Sono stati anni di profondi mutamenti nella lotta all’HCV e ora ci troviamo di fronte ad una svolta. Il recente ampliamento dei criteri di accesso alle nuove terapie da parte dell’AIFA ha aperto le porte della cura ad un numero sempre maggiore di pazienti infetti. Oggi per loro esiste un’arma che potrà rendere l’obiettivo dell’eliminazione dell’epatite C più facile da raggiungere. Si tratta della combinazione sofosbuvir + velpatasvir (Epclusa), il cosiddetto “trattamento pangenotipico”, ovvero efficace contro tutti i ceppi del virus dell’HCV, che agisce inoltre in un tempo più breve e con meno effetti collaterali rispetto agli altri trattamenti. Sofosbuvir + velpatasvir ha dimostrato di essere efficace in 12 settimane, dimezzando i tempi di terapia rispetto agli antivirali ad azione diretta (DAA) di prima generazione utilizzati fino adesso in pazienti con patologia avanzata. Il nuovo regime pangenotipico consente di iniziare a trattare i pazienti in tempi brevi. Fino ad oggi, infatti, i pazienti dovevano venire sottoposti a diversi test, sia prima di iniziare il trattamento che durante, con sistemi di monitoraggio; l’introduzione dello schema pangenotipico semplifica questa routine. La combinazione sofosbuvir e velpatasvir per 12 settimane è stata autorizzata per i pazienti senza cirrosi o con cirrosi compensata e in combinazione con ribavirina per i pazienti con cirrosi scompensata. Sofosbuvir + velpatasvir è anche il primo regime a singola compressa approvato per il trattamento dei pazienti con genotipo 2 e 3, senza l’ausilio di ribavirina. Infine, l’introduzione di uno schema che agisce su tutti i genotipi permetterà di abbattere il problema delle resistenze, il fenomeno per cui i virus acquisiscono la capacità di sfuggire all’azione dei farmaci.
Obiettievo 2030: eradicazione del virus
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto come obiettivo da raggiungere entro il 2030 il controllo delle epatiti virali. Un traguardo ambizioso che potrà essere centrato attraverso la riduzione del 90% dei nuovi casi di epatite B e C, trattando l’80% dei pazienti eleggibili per il trattamento e riducendo del 65% i decessi legati alle epatiti. In questo contesto si colloca il Piano Nazionale per l’eradicazione dell’HCV voluto dall’Agenzia Italiana del Farmaco e dal Ministero della Salute che prevede di trattare 80.000 persone all’anno nei prossimi tre anni. In Italia stime recenti collocano il numero di malati di epatite C tra un minimo di 250.000 a un massimo di 600.000. “È per noi un onore essere parte di un piano di così ampio respiro e di poter mettere un importante tassello terapeutico a disposizione dei pazienti che lottano contro il virus”, commenta Valentino Confalone, General Manager di Gilead in Italia “Nel 2017 Gilead compie 30 anni, e in questo periodo ha sempre scommesso sull’innovazione come chiave della ricerca e dello sviluppo dei propri farmaci, in aree terapeutiche con forti bisogni insoddisfatti per pazienti e sistema nel suo complesso. Ciò è accaduto anche e soprattutto nell’ambito delle malattie infettive, come l’epatite C, con terapie che hanno rappresentato un vero spartiacque nella storia della malattia”.