(Reuters Health) – Si rafforza la posizione leader di Merck nel campo dell’immunoterapia. La FDA ha detto sì alla combinazione di Keytruda e chemioterapia nel trattamento di prima linea dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in fase avanzata. A dichiaralo è stata la stessa azienda americana, che dopo la notizia ha visto un aumento delle sue azioni del 3,2 per cento, per arrivare a 65,99 dollari. Il cancro del polmone rappresenta attualmente il più grande mercato e l’ok della FDA consentirà a Merck di aumentare il numero di pazienti in terapia dall’attuale 30% al 75% di tutti i casi. La FDA ha approvato Keytruda (pembrolizumab) in combinazione con Alimta (pemetrexed), di Eli Lilly. L’approvazione in forma accelerata si è basata su dati di uno studio su 123 pazienti mai trattati prima e affetti da tumore del polmone metastatico non a piccole cellule e non squamoso (NSCLC). “Si tratta di un piccolo trial – ha spiegato Roy Baynes, capo dello sviluppo clinico globale di Merck -, ma i risultati sono stati veramente impressionanti”. Ora, l’ente regolatorio americano potrebbe chiedere a Merck ulteriori dati. Keytruda da solo ha già avuto l’ok nel trattamento della terapia di prima linea del tumore polmonare non a piccole cellule in fase avanzata, nei pazienti in cui le cellule neoplastiche esprimono alti livelli di PD-L1. Mentre la combinazione con la chemioterapia è a prescindere dai livelli di questa proteina. Così Keytruda continua a essere in vantaggio rispetto al suo principale rivale, Opdivo (nivolumab), di Bristol-Myers Squibb. Già lo scorso anno, il farmaco di Merck aveva segnato una vittoria sul suo competitor, grazie all’allungamento della sopravvivenza dei pazienti, risultato che Opdivo avrebbe sorprendentemente mancato. Entrambi i farmaci sono inibitori di PD-L1 e agiscono bloccando il meccanismo che le cellule tumorali usano per eludere la ‘sorveglianza’ del sistema immunitario. Le aziende stanno puntando forte sulle combo. BMS, per esempio, ha un trial in corso per la combo Opdivo con un’altro suo immunoterapico, Yervoy (ipilimumab), nel trattamento di prima linea dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule. E anche AstraZeneca sta testando una combinazione di più immuno-oncologici, con risultati attesi per metà anno.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)