L’antivirale uprifosbuvir (MK3682) ha oggi un valore di mercato pari a 240 milioni di dollari. Merck lo aveva acquisito solo tre anni fa comprando, per 3,9 miliardi di dollari, l’azienda che lo aveva messo a punto, Idenix. Da quando infatti Gilead ha messo sul mercato i suoi farmaci contro l’epatite C, Sovaldi e Harvoni, che nel 2015 hanno portato guadagni per 20 miliardi di dollari, quella che era una malattia cronica è diventata un’infezione curabile. E nel frattempo, la popolazione di pazienti trattabili è andata via via diminuendo. Merck ha lanciato il competitor di Harvoni, Zapatier, all’inizio dello scorso anno, ma ha fatturato poco più di 500 milioni di dollari. Mentre per quel che riguarda uprifosbuvir, sono ancora in corso gli studi clinici che lo stanno testando in combinazione con un altro paio di composti. L’azienda americana, tuttavia, non ha dato dettagli su quando finiranno queste prove, anche se ormai il dubbio è più che altro come sarà il mercato quando finalmente vi entrerà. Merck, tra l’altro, a dicembre del 2016 ha vinto una battaglia contro Gilead sul brevetto e l’azienda biotech è ora costretta a pagare il 10% delle royalties, circa 2,54 miliardi di dollari, il più grande risarcimento mai accordato per una violazione di questo tipo. Il giudizio rischia però di restare bloccato a tempo indeterminato tra ricorsi e appelli e non riuscirà comunque a risolvere il problema del mercato in calo.
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