Pfizer, Roche e Novartis, ma anche Gilead Sciences; tutte interessate a BMS. I rumors sono sempre più insistenti, tanto che le azioni di BMS sono aumentate del 3%, superando i 54 dollari. Bristol-Myers Squibb è un “pesce grosso”. Ha una capitalizzazione di mercato di 93,5 miliardi di dollari e dunque solo poche aziende possono permettersi un’operazione del genere.Roche e Novartis, in realtà, hanno dichiarato di non essere interessate a megafusioni. Mentre Pfizer ha di recente mostrato interesse verso operazioni di questo tipo, dopo la mancata acquisizione di AstraZeneca e l’accordo sfumato con Allergan, che non andò in porto per l’inasprimento delle norme fiscali sullo spostamento del domicilio delle aziende americane all’estero. In questo quadro, Pfizer potrebbe essere avvantaggiata se diventerà legge lo scudo fiscale proposto da Trump per il ritorno dei capitali dall’estero, con una aliquota fissa di tassazione al 10% Pfizer, se la riforma fiscale andrà avanti, è tra le aziende USA con più capitali all’estero. Una cifra che, secondo le stime, si aggira intorno agli 80 miliardi di dollari. Sommandola ai quelli a J&J, Merck e Eli Lilly, i capitali delle farmaceutiche USA all’estero si attesterebbero a 250 miliardi di dollari. Oltreoceano Amgne avrebbe “solo”34 miliardi di dollari e Gilead 25. Ma queste aziende sarebbero disposte a sborsare tanti soldi per BMS? Secondo Seamus Fernandez, di Leerink Partners, “Opdivo, Yervoy e la pipeline nel settore dell’immuno-oncologia dell’azienda americana hanno un alto valore che non può essere ignorato”. Mentre Mark Schoenebaum, di Evercore ISI, sottolinea che i dirigenti di BMS non sono tipi da “farsi guidare dalle emozioni” e entreranno in trattative per eventuali fusioni solo se ne varrà davvero la pena.