J&J, aumentano le vendite ma il Q4 non raggiunge le stime

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Nonostante un aumento delle vendite dell’1,7%, a 18,1 miliardi di dollari nel quarto trimestre del 2016, Johnson & Johnson non è riuscito a raggiungere le stime degli analisti pari a18,2 miliardi di dollari. E le azioni della società americana sono scese del 2%.A pesare sul mancato raggiungimento delle stime sarebbe soprattutto la BU del diabete, che ha visto scendere i guadagni del 3,8% anno dopo anno. Nell’ultimo trimestre le entrate si sono attestate a 462 milioni di dollari, sotto del 7,2% per l’anno, con un decremento pari a 1,8 miliardi di dollari. La società americana ha deciso così di lanciare “un processo per valutare potenziali opzioni strategiche” per questo business. La BU include il misuratore di glucosio nel sangue LifeScan, Animas, che sviluppa pompe per insulina, e Calibra Medical, che ha sviluppato un cerotto per la somministrazione di insulina, Finesse, e che è stata acquistata da J&J nel 2012. Il settore del diabete sta diventando sempre più competitivo ed è ormai una sfida non solo per J&J. Eli Lilly, per esempio, non è arrivata alle aspettative nel terzo trimestre dello scorso anno dopo che le vendite del blockbuster Humalog sono scese del 9%. I dirigenti di J&J hanno sottolineato che l’azienda resterà impegnata in questo settore, puntando particolarmente su prodotti come Invokana, per il trattamento del diabete di tipo 2. Farmaco che, però, non ha registrato aumenti nelle vendite nell’ultimo trimestre, restando a un fatturato di 371 milioni di dollari. Risultato che è stato giudicato deludente dagli analisti. Anche i farmaci contro il cancro, Imbruvica e Velcade, hanno venduto sotto le stime. Piuttosto, per guidare la crescita futura, J&J punta a operazioni di fusioni e acquisizioni. L’azienda del New Jersey ha confermato di essere ancora in trattativa per l’acquisto della svizzera Actelion, che ha farmaci per il trattamento dell’ipertensione polmonare. A questo proposito, anche se non sono stati forniti dettagli, gli investitori si aspettano un’offerta superiore a 26 miliardi di dollari, nonostante una deludente notizia sul trial clinico in corso sul medicinale di Actelion Opsumit.

Buoni rapporti con Trump
Parlando agli investitori, il CEO Alex Gorsky ha anche fatto riferimento alla sua partecipazione a un incontro fra top manager e Donald Trump. “Abbiamo avuto una conversazione produttiva per accelerare la crescita dei posti di lavoro negli USA. Non vediamo l’ora di continuare il dialogo”, ha affermato Gorsky, che si è detto d’accordo anche sul riformare l’Affordable Care Act, sul premere per favorire incentivi per i consumatori che si impegnano in comportamenti sani, nella riforma del sistema fiscale americano e sul rientro dei soldi all’estero delle aziende americane.

Tuttavia è troppo presto per contare su Trump e sulla nuova amministrazione. In occasione della J. P. Morgan Healthcare Conference, infatti, lo stesso CEO di J&J ha avvertito gli altri dirigenti di Biopharma che ci potrebbe essere un aumento delle aliquote fiscali a loro carico. Mentre per il problema del prezzo dei farmaci, Gorsky ha parlato soprattutto di trasparenza e di portare sul mercato prodotti innovativi per fare la differenza per pazienti e consumatori. J&J ha l’obiettivo di tornare a una crescita superiore a quella del mercato nella seconda metà dell’anno, mentre gli investitori guarderanno da vicino per vedere quali sforzi farà.

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