Bristol-Myers Squibb ha firmato un nuovo accordo con la biotech PsiOxus per lavorare sul suo virus oncolitico NG-348. L’accordo avrebbe un valore di circa un miliardo di dollari. PsiOxus, con base ad Oxford, nel Regno Unito, riceverà 50 milioni di dollari in anticipo e potrebbe ottenere fino a circa 900 milioni di dollari in Biobucks in base ai risultati degli studi clinici. Questa è la seconda collaborazione dell’anno tra le due aziende, dopo l’annuncio della combo enadenotucirev -Opdivo (nivolumab).
PsiOxus impiega la sua piattaforma basata sull’immunoterapia tumore specifica (T-SIGN) per armare il virus NG-348 contro altri due transgeni immuno-terapeutici. Il razionale clinico è quello di guidare le risposte immunitarie T-cells localmente nel microambiente tumorale. Bristol-Myers sarà l’unico responsabile per le attività di sviluppo e commercializzazione clinica per il medicinale, mentre la Big Pharma sarà anche responsabile di fornire PsiOxus finanziamenti rivolti alle “attività di supporto connesse allo sviluppo preclinico di NG-348″.”NG-348 rappresenta il primo dei nostri virus armati con la piattaforma T-SIGN”, ha dichiarato John Beadle, CEO di PsiOxus. “Siamo entusiasti di collaborare ancora una volta con Bristol-Myers Squibb, leader nella immunoncologia, per guidare questo programma attraverso lo sviluppo clinico con l’obiettivo di fornire un potenziale trattamento per i malati di cancro.” L’accordo tra BMS e PsiOxus rientra nel filone di ricerca clinica verso una nuova classe di farmaci oncologici. Già nel mese di ottobre dello scorso anno, Amgen ha ottenuto l’approvazione della FDA per il primo farmaco a base di virus oncolitici, Imlygic (talimogene laherparepvec), per il trattamento delle lesioni da melanoma. Amgen ha ottenuto l’accesso al farmaco, che utilizza una forma riprogettata del herpesvirus, nel 2011, in seguito ad un accordo con Biovex per 425 milioni di euro iniziali e 575 in base ai traguardi raggiunti. Una manciata di altre biotech e Pharma più piccole, come la Turnstone Biologics e Oncorus, così come le Big Pharma Boehringer e anche la Duke University stanno anche cercando di creare terapie simili.