3,7%. È questa la percentuale prevista del ritorno sugli investimenti in ricerca e sviluppo fatti dalle maggiori aziende farmaceutiche. Quasi sette punti percentuali in meno rispetto alla cifra monstre del 10,1% raggiunta nel 2010. A sottolinearlo è il rapporto stilato, come ogni anno, dal Centre for Health Solutions della società di servizi per le imprese Deloitte.
Un leggero aumento nel numero di sostanze attive in fase di approvazione potrebbe in realtà far pensare che le cose stiano migliorando, ma la tendenza continua a essere verso il basso. Inoltre, il costo di sviluppo di un farmaco è aumentato, passando da una media di 1,2 miliardi di dollari a 1,54 miliardi, e alle aziende farmaceutiche servono 14 anni di lavoro per lanciare un nuovo prodotto. Stesso calo anche per le aziende di medie dimensioni, i cui ritorni degli investimenti sono scesi da 17,4% del 2013 a 9,9% di quest’anno. Secondo Colin Terry, partner di Deloitte per il settore Life Science, il problema è che le aziende non riescono più a vendere i nuovi prodotti ai prezzi imposti in passato. I picchi di vendita medi per i nuovi lanci sarebbero infatti scesi da 816 milioni di dollari del 2010 ai 394 milioni di dollari di quest’anno, un calo di più dell’11% anno dopo anno. E in discesa è anche il numero di approvazioni della FDA.Uno dei modi per migliorare i rendimenti di R&S sarebbe focalizzarsi su poche malattie specifiche. Una tendenza adottata già da diverse grandi aziende farmaceutiche che dismettono unità, come GlaxoSmithKline che ha ceduto i prodotti antitumorali per prendere i vaccini di Novartis. Le aziende più grandi, che hanno i ritorni più bassi dagli investimenti rispetto alle imprese più piccole, dovrebbero essere dunque più agili e flessibili.