A sei mesi dalla prima tranche di 400 milioni di dollari per acquistare il farmaco contro la steatoepatite non alcolica (NASH), Gilead versa una seconda rata, da 200 milioni di dollari, a Nimbus Therapeutics. Ciò significa che Nimbus ha già intascato la metà del valore potenziale dell’accordo, 1,2 miliardi di dollari, a sei mesi dalla chiusura dello stesso. Nel frattempo, la fase di Ricerca & Sviluppo del farmaco ha conosciuto una forte accelerazione. Da maggio – mese in cui è stato chiuso l’affare – Gilead ha avviato quattro studi clinici sull’inibitore dell’acetil-Coenzima A carbossilasi, noto come GS-0976. Una prima sperimentazione ha riguardato la farmacodinamica della molecola in uomini obesi, ma sani. Nel frattempo è cominciato un secondo studio per valutare la farmacocinetica negli adulti con funzionalità epatica normale e compromessa.
Le restanti sperimentazioni avviate sono due studi di fase II. In uno si confronta GS-0976 con il placebo su 125 pazienti affetti da NASH, una sperimentazione volta soprattutto a valutare la sicurezza, ma Gilead spera di raccogliere anche qualche dato preliminare sull’efficacia del nuovo candidato. Il secondo studio, che riguardava inizialmente GS-4997, un inibitore della chinasi 1 che regola il segnale dell’apoptosi, è stato ampliato per includere anche la molecola acquistata da Nimbus e GS-9674, un agonista del recettore per gli acidi biliari (Farnesoid X Receptor – FXR), acquistato da Gilead nel 2015, dopo l’acquisizione del programma sul NASH della Phenex Pharmaceuticals. L’accelerazione data agli studi clinici è indicativa di ciò a cui punta l’azienda biotech americana. Per GS-4997 Gilead ha presentato il mese scorso i dati di metà sperimentazione e spera di muoversi presto per l’avvio della fase III di studio, una volta portati a termine i dovuti colloqui con le autorità regolatorie. Ma mentre si spinge avanti con questo progetto, l’azienda biotech ha nel frattempo abbandonato simtuzumab, uno degli aspiranti trattamenti contro la NASH.