Se verranno introdotti i dazi sulle importazioni farmaceutiche, a pagare il prezzo più alto saranno le aziende che producono farmaci generici. È questa l’opinione di Ronald Piervincenzi – CEO della United States Pharmacopeia (USP), l’organizzazione no-profit che si occupa della farmacopea negli USA – in un’intervista rilasciata a Fierce Pharma.
Un cambiamento dell’ecosistema dei farmaci no brand, meno resiliente di quello dei farmaci di marca, potrebbe innescare una serie di pesanti ripercussioni sui processi di produzione e sulla supply chain. Piervincenzi ricorda che gli Stati Uniti producono solo il 12% dei principi attivi farmaceutici (API) per i farmaci destinati ai pazienti USA. Il tasso è leggermente più alto per i farmaci branded, con il 15% della produzione realizzata negli States.
La United States Pharmacopeia ha inoltre stimato che il 43% dei principi attivi farmaceutici destinati ai farmaci branded proviene dall’Unione Europea, dalla Norvegia e dalla Svizzera.
Il 90% del volume totale delle prescrizioni negli Stati Uniti è costituito da farmaci generici e il 35% di questi è prodotto con principi attivi fabbricati in India.
“Molti produttori di farmaci branded avranno probabilmente le risorse necessarie per superare un’eventuale tempesta tariffaria – conclude Piertvincenzi – Quelli di farmaci generici, invece, che già operano con margini di profitto esigui, saranno molto più esposti”.