Stati Uniti. Avviate indagini sulle importazioni di prodotti farmaceutici e chip

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L’amministrazione degli Stati Uniti, guidata da Donald Trump, sta avviando indagini sulle importazioni di prodotti farmaceutici e semiconduttori nell’ambito di un tentativo di imporre dazi su entrambi i settori per motivi di “sicurezza nazionale”, secondo gli avvisi pubblicati lunedì sul Federal Register. Questi documenti indicano che l’amministrazione è intenzionata a portare avanti queste misure in base all’autorità concessa dalla Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962.

Questa indagine includerà sia i prodotti farmaceutici finiti che i principi attivi, nonché altri prodotti derivati. L’industria farmaceutica ha sostenuto che i dazi potrebbero aumentare la possibilità di carenze e ridurre l’accesso per i pazienti. I produttori di farmaci generici operano con margini molto ridotti e qualsiasi aumento dei costi potrebbe spingere alcuni a lasciare il mercato poiché potrebbe essere difficile per loro assorbire o trasferire l’impatto dei dazi. I produttori di farmaci branded hanno una maggiore capacità di assorbire i dazi, ma alcuni esperti si aspettano che trasferiscano parte dei costi sui consumatori.

“Annunceremo molto presto importanti dazi sui prodotti farmaceutici. E quando sentiranno questo, le aziende lasceranno la Cina. Lasceranno altri posti perché devono vendere: la maggior parte dei loro prodotti viene venduta qui e apriranno i loro impianti qui”, ha detto il presidente Trump durante una cena del National Republican Congressional Committee la scorsa settimana.

Nel 2024, i prodotti farmaceutici hanno rappresentato la maggiore esportazione dell’UE verso gli Stati Uniti, per un valore di 127 miliardi di dollari. La produzione nell’industria farmaceutica è soggetta a vari vincoli normativi, ipotizzare un trasferimento su larga scala con la costruzione di nuovi impianti e l’ottenimento delle dovute autorizzazioni in tempi ristretti è fuori dalla realtà. Si tratta di processi che necessitano solitamente di un tempo medio di 3-5 anni. Si tratta poi di processi costosi, a maggior ragione in funzione dei dazi sull’acciaio, che interessa le stesse attrezzature di produzione.

Lo scorso 8 aprile la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ospitato i rappresentanti delle aziende farmaceutiche proprio per discutere del tema dei potenziali dazi per il settore. I rappresentanti delle aziende hanno espresso forti preoccupazioni per le ampie ramificazioni dei dazi statunitensi, che danneggerebbero entrambe le sponde dell’Atlantico, con implicazioni per le catene di approvvigionamento interconnesse a livello globale e la disponibilità di farmaci per i pazienti europei e statunitensi. Hanno invitato la Commissione europea a rafforzare ulteriormente il mercato unico affrontando gli ostacoli normativi e sostenendo le industrie innovative.

I partecipanti hanno inoltre chiesto la semplificazione delle procedure, in particolare per le sperimentazioni cliniche e la digitalizzazione del sistema sanitario europeo, nonché la protezione della proprietà intellettuale. Hanno esortato l’ambizione e la rapidità con le prossime iniziative che saranno presentate dalla Commissione, in particolare la legge sulle biotecnologie dell’UE e le strategie per la bioeconomia e le life sciences, per rafforzare la posizione dell’UE come leader mondiale nel settore delle biotecnologie e della bioproduzione. Questa potrebbe dunque essere anche un’occasione per l’Europa per un rilancio nel settore della produzione farmaceutica.

Quanto ai farmaci generici, Trump ha anche suggerito di voler rilocalizzare la produzione di questi prodotti, dall’India e dalla Cina, con l’obiettivo di rendere i farmaci più economici per gli americani. Tuttavia, la produzione negli Stati Uniti porterebbe a prezzi più alti, poiché i costi del lavoro e della produzione negli Stati Uniti sono più alti di quelli in India, ad esempio. Non è quindi da escludere che l’effetto a catena dei dazi potrebbe essere quello di aumentare ulteriormente i costi dei farmaci per i pazienti americani, e non solo.

G.R.

 

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