Shionogi: ensitrelvir funziona come profilassi post esposizione al COVID-19

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In occasione della 32° Conferenza sui retrovirus e le infezioni opportunistiche (CROI, Conference of Retroviruses and Opportunistic Infections- che ha avuto luogo a San Francisco dal 9 al 12 marzo – Shionogi ha tenuto una presentazione orale scientifica late-breaking per illustrare i nuovi dati del suo studio globale di fase III, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo SCORPIO-PEP (Stopping COVID-19 pRogression with early Protease InhibitOr treatment – Post-Exposure Prophylaxis, “Arrestare la progressione del COVID-19 con un trattamento precoce con inibitori della proteasi – Profilassi post-esposizione”) che valuta ensitrelvir come profilassi orale post-esposizione al COVID-19.

SCORPIO-PEP è il primo e unico studio di fase III su un antivirale orale per COVID-19 come profilassi post-esposizione a raggiungere l’endpoint primario di prevenzione del COVID-19.

I dettagli dello studio
Lo studio ha soddisfatto sia l’endpoint primario sia l’endpoint secondario principale. La popolazione dell’analisi primaria comprendeva 2.041 persone conviventi con test di screening per SARS-CoV-2 negativo ed escludeva quelli risultati già positivi al test PCR presso il laboratorio centrale.
Dei partecipanti allo studio trattati con ensitrelvir, il 2,9% ha sviluppato COVID-19 sintomatico, rispetto al 9,0% dei partecipanti che hanno ricevuto il placebo (risk ratio: 0,33; IC 95%: 0,22-0,49; p<0,0001) al giorno 10 – l’endpoint primario – il che rappresenta una riduzione del rischio relativo del 67%.

La popolazione dell’analisi secondaria ha incluso 2.387 persone conviventi con un test locale per SARS-CoV-2 negativo, ma non ha escluso quelli con una PCR SARS-CoV-2 positiva presso il laboratorio centrale al basale.

I risultati sono stati simili a quelli della popolazione dell’analisi primaria, con il 4,4% dei partecipanti trattati con ensitrelvir che hanno sviluppato COVID-19 sintomatico rispetto al 10,2% dei partecipanti trattati con placebo (risk ratio: 0,43; IC 95%: 0,32-0,59; p <0,0001).

SCORPIO-PEP ha valutato 2.387 partecipanti di età pari o superiore a 12 anni, che al momento dell’arruolamento erano senza sintomi e negativi al test di screening per infezione da SARS-CoV-2; i soggetti erano stati in contatto con un familiare con COVID-19 sintomatico.

I partecipanti allo studio sono stati assegnati in modo casuale secondo un rapporto 1:1 a ricevere ensitrelvir (125 mg) o placebo una volta al giorno, e hanno iniziato il trattamento entro tre giorni da quando il familiare affetto da COVID-19 ha iniziato a mostrare i sintomi. I partecipanti hanno poi continuato con ensitrelvir o placebo per cinque giorni.

Nel complesso, ensitrelvir è stato generalmente ben tollerato, con tassi di eventi avversi simili nel braccio trattato con l’antivirale e nel braccio trattato con placebo (rispettivamente 15,1% e 15,5%).1 Non ci sono stati ricoveri o decessi correlati al COVID-19.

Nel 2025 ensitrelvir ha ottenuto la designazione Fast Track dalla FDA per la profilassi post-esposizione al COVID-19 in seguito a un contatto con un individuo affetto dal virus. Questa designazione ha fatto seguito a quella ottenuta per il trattamento del COVID-19, sempre da parte dell’ente regolatorio statunitense. Al di fuori del Giappone e di Singapore, ensitrelvir è un farmaco sperimentale.

L’importanza della profilassi post-esposizione. Il commento degli esperti
“Il COVID-19 continua ad avere un impatto significativo sulla salute pubblica in Italia, con 218.000 casi attivi, con conseguente ricovero di 1.300 pazienti, a gennaio di quest’anno” – afferma Matteo Bassetti, Professore di Malattie Infettive, Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Genova; Direttore della Clinica Malattie Infettive, Ospedale Policlinico San Martino – IRCCS, Genova, Presidente della Società Italiana di Terapia Anti-Infettiva (SITA), “La profilassi post-esposizione, oltre alla vaccinazione e all’uso appropriato di un antivirale orale, può offrire una preziosa opzione per aiutare a prevenire la malattia in coloro che sono stati esposti al virus, in particolare quando vi è un alto rischio di sviluppo di una malattia grave.”

“Sappiamo che i coronavirus continuano a rappresentare un rischio significativo per la salute globale, a causa dei loro elevati tassi di mutazione e della loro capacità di diffondersi rapidamente”, osserva Andreas Karas,Vice President Medical Affairs, Shionogi Europe,“Il mondo è già stato minacciato da tre coronavirus solo in questo secolo, e questi agenti patogeni hanno dimostrato un elevato potenziale pandemico. Gli antivirali orali, soprattutto se possono essere utilizzati per prevenire l’infezione in coloro che sono stati esposti, svolgono un ruolo importante nel proteggere contro future potenziali minacce alla sicurezza sanitaria dovute ai coronavirus”.

La profilassi post-esposizione (PEP) è necessaria per ridurre il rischio di sviluppare la malattia dopo l’esposizione, in particolare per i soggetti ad alto rischio di sviluppare malattie gravi, come le persone che hanno un sistema immunitario indebolito, chi soffre di patologie croniche, gli anziani o coloro che potrebbero trasmettere il COVID-19 a popolazioni ad alto rischio.

In contesti come ospedali, case di cura o strutture per lungodegenti, la PEP potrebbe aiutare a proteggere dal COVID-19 e a contenerne il potenziale impatto clinico ed economico.9La PEP, inoltre, può contribuire a diminuire il rischio di sviluppare il COVID-19 in forma acuta, riducendo così il rischio di sviluppare il long COVID.

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