Il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha espresso parere positivo e ha raccomandato di concedere l’autorizzazione all’immissione in commercio per iptacopan – un inibitore orale, primo della sua classe del Fattore B della via alternativa del complemento – per il trattamento degli adulti con glomerulopatia da C3 (C3G), una patologia molto rara e progressiva che può condurre all’insufficienza renale entro 10 anni dalla diagnosi. La glomerulopatia da C3 colpisce prevalentemente i giovani e attualmente non esistono trattamenti approvati.
“La C3G è una condizione debilitante, che spesso colpisce i giovani e influisce gravemente sulla loro salute fisica e mentale,” osserva Marianne Silkjær Nielsen, Fondatrice di CompCure, un’associazione non profit danese impegnata a migliorare i risultati per gli individui affetti da C3G e glomerulonefrite membranoproliferativa a immunocomplessi (IC-MPGN). “Lo screening per garantire una diagnosi tempestiva e l’accesso a trattamenti mirati sono fondamentali per i pazienti, le loro famiglie e la società. Questo traguardo è molto apprezzato dalla comunità dei pazienti, segnando un progresso verso una migliore assistenza per le persone affette da C3G”.
APPEAR-C3G, il primo studio di fase III nella C3G
Il parere del CHMP si basa sui dati provenienti da APPEAR-C3G, il primo studio di Fase III randomizzato, controllato con placebo, nella C3G.
Lo studio ha dimostrato che i pazienti trattati con iptacopan, in aggiunta alla terapia di supporto, hanno ottenuto una riduzione della proteinuria del 35,1% (p=0,0014) statisticamente e clinicamente significativa (misurata dal rapporto proteine/creatinina nelle urine delle 24 ore [UPCR]) a 6 mesi rispetto al placebo.
In molte malattie renali la riduzione della proteinuria è un marcatore surrogato, sempre più riconosciuto, che correla il ritardo della progressione con l’insufficienza renale. In uno studio di estensione a lungo termine, la riduzione iniziale dell’UPCR è stata mantenuta e la stabilizzazione del tasso di filtrazione glomerulare (eGFR) è stata osservata per oltre 3 anni dopo l’inizio del trattamento.
“Non esistono oggi terapie approvate per la C3G. I pazienti affrontano le sfide che la malattia impone tutti i giorni con le opzioni attualmente disponibili”, afferma David Kavanagh, Professore di Terapie del Complemento e Consulente Onorario di Nefrologia presso il National Renal Complement Therapeutics Centre dell’Università di Newcastle e membro del Comitato Direttivo di APPEAR-C3G, “Con un solido bagaglio di evidenze, questa nuova molecola mira alla causa sottostante della C3G sia nei pazienti di nuova diagnosi sia in quelli con recidiva, e può portare speranza ai pazienti che attualmente hanno una prognosi sfavorevole.”
Nel programma di ricerca sulla C3G, che include oltre 100 pazienti con questa malattia, iptacopan è risultato ben tollerato. Il profilo di sicurezza nei pazienti con C3G è stato coerente con quello evidenziato nel trattamento dell’Emoglobinuria Parossistica Notturna (PNH), senza nuovi segnali di sicurezza riportati in questa popolazione.
“Se approvato, sarà il primo trattamento disponibile per i pazienti affetti da C3G, una grave malattia progressiva,” conclude David Soergel, Responsabile Globale dell’Unità di Sviluppo Cardiovascolare, Renale e Metabolismo di Novartis, “Questo parere positivo del CHMP rappresenta un importante passo avanti per il nostro promettente portafoglio di terapie renali, che è sostenuto da una lunga esperienza in nefrologia e dai recenti progressi in ricerca e sviluppo nel campo delle malattie renali. Questo parere positivo sottolinea ulteriormente il nostro impegno per rispondere ai bisogni insoddisfatti dei pazienti.” La decisione della Commissione Europea sul via libera a iptacopan è attesa nei prossimi due mesi.
Caratteristiche dello studio APPEAR-C3G
APPEAR-C3G è uno studio di Fase III multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, controllato con placebo, che valuta l’efficacia e la sicurezza di iptacopan orale (200 mg) due volte al giorno nei pazienti con C3G.
Lo studio prevede un periodo in doppio cieco di 6 mesi in cui i pazienti adulti sono stati randomizzati 1:1 per ricevere l’inibitore o placebo in aggiunta alle terapie di supporto, seguito da un periodo in aperto di 6 mesi in cui tutti i pazienti ricevono l’inibitore (inclusi quelli che erano precedentemente in placebo).
L’endpoint primario per il periodo in doppio cieco era la riduzione della proteinuria rispetto al basale a 6 mesi rispetto al placebo, misurata dal rapporto proteina/creatinina nelle urine delle 24 ore (UPCR).
Gli ultimi dati di APPEAR-C3G mostrano che l’inibitore orale ha mantenuto la riduzione della proteinuria a 12 mesi. Oltre ai risultati dei pazienti adulti con C3G, è in corso l’arruolamento in una coorte separata di pazienti adolescenti con C3G.