La Commissione Europea ha approvato tislelizumab – anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 (IgG4) umanizzato che si lega al dominio extracellulare di PD-1 umano con elevata specificità e affinità – in combinazione con chemioterapia per il trattamento di prima linea del carcinoma a cellule squamose dell’esofago (ESCC) e dell’adenocarcinoma gastrico o della giunzione gastroesofagea (G/GEJ).
La decisione della CE si basa sui risultati degli studi di fase III RATIONALE-305 e RATIONALE-306
Nell’ESCC l’estensione di indicazione è per tislelizumab in combinazione con chemioterapia a base di platino per il trattamento di prima linea di pazienti adulti con tumore localmente avanzato o metastatico non resecabile, con espressione di PD-L1 con un punteggio di positività dell’area tumorale (TAP) ≥ 5%. Nell’adenocarcinoma G/GEJ, l’estensione di indicazione è per tislelizumab in combinazione con chemioterapia a base di platino e fluoropirimidina per il trattamento di prima linea di pazienti adulti con tumore localmente avanzato HER2-negativo non resecabile o metastatico con espressione di PD-L1 con un punteggio TAP ≥ 5%.
“Come pietra miliare del nostro portfolio di tumori solidi, tislelizumab è fondamentale per l’impegno di BeiGene di fornire trattamenti innovativi al maggior numero possibile di malati di cancro, con più di 1,3 milioni di pazienti già trattati con il farmaco a livello mondiale”, afferma Mark Lanasa, Chief Medical Officer, Solid Tumors, BeiGene. “In poco più di un anno, abbiamo ottenuto l’approvazione di sei indicazioni nell’Unione Europea e siamo impazienti di poter garantire ai pazienti europei un ampio e rapido accesso a tislelizumab”.
Lo studio RATIONALE-306
Nella prima linea dell’ESCC, l’estensione dell’indicazione si basa sui risultati dello studio RATIONALE-306 di BeiGene, controllato, in doppio cieco per la valutazione dell’efficacia e della sicurezza di tislelizumab in combinazione con chemioterapia come trattamento di prima linea dei pazienti con ESCC localmente avanzato non resecabile, recidivato o metastatico.
Lo studio ha arruolato 649 pazienti in centri in Europa, Nord America e Asia-Pacifico. Ha soddisfatto l’endpoint primario, raggiungendo un beneficio di sopravvivenza globale statisticamente significativo e clinicamente rilevante di tislelizumab in combinazione con chemioterapia rispetto a placebo più chemioterapia nella popolazione intent-to-treat. La sopravvivenza globale (OS) mediana è stata di 17,2 mesi per tislelizumab in combinazione con la chemioterapia rispetto a 10,6 mesi con placebo più chemioterapia (HR: 0,66 [95% CI, 0,54-0,80, 1-sided p-value < 0,0001]), con una riduzione del rischio di morte del 34%.
La sopravvivenza a tre anni nella popolazione con espressione di PD-L1 ≥ 5% è migliore a favore del braccio con tislelizumab (mediana 19,1 versus 10,0 mesi, rispettivamente; HR: 0,62 [95% CI, 0,49-0,79]), con una riduzione del rischio di morte del 38%.
Lo studio RATIONALE – 305
La richiesta di estensione dell’indicazione in prima linea del tumore G/GEJ si basa sui risultati dello studio RATIONALE-305, uno studio globale di Fase iii randomizzato, in doppio cieco, controllato per la valutazione dell’efficacia e della sicurezza di tislelizumab in combinazione con chemioterapia come trattamento di prima linea di pazienti con tumore G/GEJ non resecabile avanzato o metastatico.
Lo studio ha arruolato 997 pazienti nei centri in Europa, Nord America e Asia-Pacifico, soddisfacendo l’endpoint primario e dimostrando un beneficio di sopravvivenza globale statisticamente significativo e clinicamente rilevante con una sopravvivenza mediana di 15,0 mesi nei pazienti trattati con tislelizumab in combinazione con chemioterapia a scelta dell’investigatore, rispetto a 12,9 mesi nei pazienti trattati con placebo più chemioterapia (n=997; HR: 0,80 [95% CI: 0,70, 0,92]; P=0,0011).
Lo studio ha anche fatto emergere una riduzione del rischio di morte del 20%. Nella popolazione con PD-L1 ≥ 5%, la sopravvivenza mediana è stata di 16,4 mesi con tislelizumab più chemioterapia rispetto a 12,8 mesi per il braccio con placebo (HR: 0,71 [95% CI, 0,58-0,86]), che rappresenta una riduzione del rischio di morte del 29%.
I dati sulla sicurezza
I dati di sicurezza riportati includono più di 2.800 pazienti trattati con tislelizumab sia in monoterapia (1.534), sia in combinazione con chemioterapia (1.319) al dosaggio approvato. Le reazioni avverse più comuni di Grado 3 o 4 (≥ 2%) con tislelizumab in combinazione con chemioterapia sono risultate neutropenia, trombocitopenia, anemia, fatigue, ipokalemia, iponatremia, polmonite, linfopenia, aumento dell’alanina aminotransferasi, aumento dell’aspartato aminotransferasi, diarrea ed epatite.
Tislelizumab è inoltre approvato nell’Unione Europea per i pazienti con ESCC localmente avanzato o metastatico non resecabile dopo una precedente chemioterapia a base di platino e per tre indicazioni nel NSCLC nei setting di prima e seconda linea.