Ottimi risultati da uno studio di Fase II di 48 settimane per Gilead Sciences e MSD nell’HIV: la combo islatravir (MSD) e lenacapavir (Gilead) ha permesso al 94.2% dei pazienti con questo trattamento sperimentale di mantenere la carica virale al di sotto delle 50 copie m/L, una soglia fondamentale per la soppressione del virus.
Islatravir è un inibitore sperimentale della trascrittasi inversa nucleosidica, mentre lenacapavir – commercializzato come Sunlenca – è un inibitore del capside di HIV, da impiegare in combinazione con altri farmaci antiretrovirali per il trattamento di persone con infezione multiresistente. A differenza dei farmaci giornalieri per l’HIV attualmente disponibili, questa nuova opzione potrebbe offrire un’alternativa a lunga durata d’azione.
Lo studio
Nello studio di fase II (NCT05052996) – presentato all’ID Week di Los Angeles – 104 adulti con soppressione virale che assumevano bictegravir/emtricitabina/tenofovir alafenamide, sono stati assegnati in modo casuale a continuare il loro regime giornaliero o a passare alla combinazione islatravir/lenacapavir, somministrata una volta alla settimana.
Al termine delle 24 settimane, il 94,2% dei pazienti in trattamento sperimentale ha mantenuto le cariche virali al di sotto delle 50 copie m/L, un risultato in linea con il gruppo bictegravir/Emtricitabina/tenofovir alafenamide.
Alla settimana 48 il regime sperimentale ha continuato a dimostrare un’efficacia non inferiore, con il 94,2% dei partecipanti che ha raggiunto una soppressione virale sostenuta rispetto al 92,4% di coloro che sono rimasti in terapia con bictegravir/emtricitabina/tenofovir alafenamide.
Questi risultati suggeriscono che la combinazione sperimentale – assunta una volta alla settimana – potrebbe rappresentare un’opzione più conveniente per i pazienti ,poiché riduce l’onere dei farmaci giornalieri da assumere.
“I regimi giornalieri a compressa singola hanno contribuito a trasformare la cura dell’HIV, ma per alcune persone può essere difficile rimanere aderenti alla terapia – osserva Elizabeth Rhee, vicepresidente dello sviluppo clinico globale di Merck Research Laboratories – Le nuove opzioni di trattamento del virus, che consentono un dosaggio orale meno frequente, hanno il potenziale di aiutare i pazienti a seguire fedelmente la cura e a superare lo stigma dell’assunzione quotidiana dei farmaci”.