Regeneron, all’ESMO in primo piano la combo fianlimab/cemiplimab nel melanoma avanzato

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In occasione dell’Annual Meeting dell’European Society for Medical Oncology (ESMO, dal 13 al 17 settembre a Barcellona), Regeneron presenterà dati del suo portfolio oncologico, che comprende terapie per tumori difficili da trattar come melanoma avanzato, cancro della pelle non-melanoma avanzato e diversi tipi di cancro ai polmoni.

Riflettori puntati, in particolare, sui nuovi risultati a due anni sull’analisi della combinazione sperimentale dell’inibitore LAG-3, fianlimab, e cemiplimab in pazienti adulti con melanoma avanzato in tre coorti di espansione indipendenti di uno studio multicoorte first-in-human.

La combinazione è attualmente in fase di ulteriore valutazione in uno studio di Fase III randomizzato, controllato con placebo e in doppio cieco, che confronta fianlimab e cemiplimab con pembrolizumab in pazienti con melanoma localmente avanzato non resecabile o metastatico, precedentemente non trattato. Sono in corso ulteriori studi in ambito adiuvante e perioperatorio, nonché contro altre combinazioni di LAG3 e PD-1 di prima linea e standard di cura.

I risultati dello studio
L’analisi a lungo termine su 98 pazienti dello studio iniziale si basa sui risultati presentati all’ASCO 2023, valutati per la prima volta secondo una revisione centrale indipendente in cieco. Con un follow-up mediano di 23 mesi e una durata mediana del trattamento di 35 settimane, i risultati mostrano risposte tumorali persistenti e il progressivo miglioramento in tutte e tre le coorti indipendenti. Nel dettaglio:

Nella coorte MM1, la coorte iniziale (n=40), è stato osservato un tasso di risposta completa (CR) del 23% e un tasso di risposta obiettiva (ORR) del 60%

Nella coorte MM2, la coorte di conferma (n=40), il tasso di CR è stato del 25% e un ORR del 63%

Nella coorte MM3, che includeva pazienti con precedente terapia sistemica neoadiuvante o adiuvante (n=18, inclusi 13 pazienti che avevano mostrato progressione nonostante precedenti trattamenti con anti-PD-1 e che, pertanto, ci si aspetterebbe avessero tassi di risposta inferiori alla combinazione), il tasso di CR è stato del 28% e un ORR del 39%.

In un’analisi post hoc combinando le tre coorti, è stato rilevato un tasso di CR del 25% (24 su 98 pazienti) e un ORR del 57% (56 su 98 pazienti).

La sopravvivenza libera da progressione (PFS) per le coorti MM1, MM2 e MM3 è stata, rispettivamente; non raggiunta (IC 95%: da 8 mesi a non valutabile NE), 19 mesi (IC 95%: da 8 mesi a NE) ; 2 mesi (IC 95%: da 1 mese a NE).

Nelle analisi post hoc delle tre coorti combinate, la PFS mediana è stata di 24 mesi (IC 95%: da 12 mesi a non valutabile NE) e la sopravvivenza globale(OS) mediana non è stata raggiunta (IC 95%: da 42 mesi a NE). La OS mediana non è stata raggiunta in nessuna delle coorti individuali.

Saranno inoltre presentate ulteriori analisi su sottogruppi difficili da trattare, inclusi pazienti che avevano ricevuto una terapia adiuvante anti-PD-1 precedente.

Il profilo di sicurezza della combinazione fianlimab e cemiplimab è stato generalmente coerente con il profilo di sicurezza della monoterapia con cemiplimab e altri agenti antiPD-(L)1, ad eccezione di un tasso più elevato di insufficienza surrenalica correlata al trattamento (12% dei pazienti; 5% di grado ≥3). Eventi avversi di qualsiasi grado si sono verificati nel 95% dei pazienti. Eventi avversi di grado 3 o superiore, eventi avversi gravi (SAE) ed eventi avversi immuno-mediati (IMAE) si sono verificati rispettivamente nel 47%, 36%, e 13% dei pazienti. In sette pazienti si sono verificati eventi avversi fatali, di cui due considerati correlati al trattamento.

 

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