Il 16 giugno, in occasione del Congresso dell’Associazione Europea di Ematologia (EHA) 2024 a Madrid, AstraZeneca ha presentato i nuovi risultati dello studio clinico di Fase III ECHO su Calquence (acalabrutinib).
Questo trial ha testato il farmaco in combinazione con la chemio-immunoterapia, la bendamustina e rituximab come terapia di prima linea per il linfoma a cellule mantellari (MCL). I risultati dello studio suggeriscono che, grazie a questa terapia combinata, acalabrutinib – che ha mostrato per la prima volta un potenziale di estensione della sopravvivenza – potrebbe diventare un nuovo standard di cura per i pazienti anziani (>65 anni) affetti da linfoma a cellule mantellari che non sono eleggibili per la terapia con cellule staminali autologhe.
Nello studio ECHO, 598 pazienti (299 per braccio) con un’età mediana di 71 anni, sono stati equamente distribuiti tra due gruppi: trattamento sperimentale (acalabrutinib + bendamustina + rituximab; ABR), e di controllo (placebo + bendamustina + rituximab; PBR). Dopo un follow-up mediano di 45 mesi, il braccio ABR ha avuto un tasso di risposta globale (91,0% vs. 88,0%) e di risposta completa (66,6% vs. 53,5%) più elevato rispetto al braccio PBR.
La sopravvivenza mediana libera da progressione (PFS) è stata prolungata nel braccio ABR (66,4 mesi contro 49,6 mesi, HR 0,73, P=0,0160). L’endpoint secondario, la sopravvivenza globale (OS), ha favorito il braccio ABR anche se non era statisticamente significativo (HR 0,86, P=0,27). Per questo motivo lo studio continuerà a valutare questo parametro.