Via libera dalla Commissione Europea a Talzenna (talazoparib) – inibitore della poli ADP-ribosio polimerasi (PARP) – in combinazione con enzalutamide per il trattamento di pazienti adulti affetti da cancro della prostata metastatico resistente alla castrazione (mCRPC), nei quali la chemioterapia non è clinicamente indicata
Grazie a questa approvazione, talazoparib è il primo e unico PARP-inibitore autorizzato nell’Unione Europea ad essere utilizzato in combinazione con enzalutamide in pazienti affetti da mCRPC, con o senza mutazioni genetiche.
“Nuove opzioni terapeutiche si rivelano fondamentali per far sì che una percentuale sempre maggiore di pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione possa beneficiare dei più recenti farmaci e mantenere la malattia sotto controllo più a lungo,” osserva Robert Jones, Professor of Clinical Cancer Research, University of Glasgow, “L’approvazione da parte della Commissione Europea di talazoparib in combinazione con enzalutamide rappresenta un significativo progresso per il trattamento dei pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione, nello stadio più avanzato e aggressivo della malattia”.
“Dopo aver lottato per anni contro il cancro alla prostata, per un paziente apprendere che il proprio cancro ha smesso di rispondere ai trattamenti per abbassare il testosterone, può essere devastante. In questa fase della malattia, la prognosi è generalmente sfavorevole”, sottolinea Erik Briers, vicepresidente di Europa UOMO, rete europea di associazioni pazienti che si occupa di persone con cancro alla prostata, “I pazienti hanno urgente bisogno di nuove opzioni terapeutiche e talazoparib in combinazione con enzalutamide può portare loro nuova speranza”.
Lo studio TALAPRO-2
L’approvazione della CE si basa sui risultati dello studio di fase III, TALAPRO-2, uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco controllato con placebo, che comprendeva due coorti di pazienti: la Coorte 1 all-comers (n=805) e la Coorte 2 con mutazioni HRR (HRRm; n=399).
I risultati di TALAPRO-2 Coorte 1, pubblicati da The Lancet, hanno dimostrato che la combinazione di talazoparib più enzalutamide riduce il rischio di progressione di malattia o morte del 37% rispetto al placebo più enzalutamide (Hazard Ratio [HR]: 0,63; intervallo di confidenza al 95% [CI], 0,51–0,78; P< 0,0001) raggiungendo così l’endpoint primario, ossia la valutazione della sopravvivenza libera da progressione radiologica (rPFS).
L’rPFS mediana per il braccio di trattamento non è stata raggiunta al momento dell’analisi, mentre il braccio placebo più enzalutamide l’ha raggiunta e si è fermata a 21.9 mesi. La rPFS mediana è definita come il punto temporale in cui il 50% dei pazienti in ciascun braccio di trattamento ha registrato una progressione. Inoltre, nell’endpoint secondario dello studio, è stata osservata una tendenza dell’OS (overall survival) a favore della combinazione talazoparib e enzalutamide, sebbene questi dati siano ancora immaturi. La sicurezza della combinazione dei due farmaci si è dimostrata in linea con il profilo di sicurezza di ciascun farmaco.
“L’approvazione odierna di talazoparib in combinazione con enzalutamide è un importante miglioramento per le persone che in Europa convivono con il cancro alla prostata”, afferma Chris Boshoff, Chief Oncology Officer, Vicepresidente esecutivo di Pfizer, “I risultati dello studio cardine TALAPRO-2 hanno dimostrato che questa combinazione offre un trattamento efficace contro la progressione della malattia nei pazienti con o senza alcuna particolare mutazione genica”.
A giugno 2023 talazoparib, in combinazione con enzalutamide, è stato approvato dalla FDA per il trattamento di pazienti adulti affetti da mCRPC con mutazione del gene HRR. Pfizer ha, inoltre, condiviso i dati di TALAPRO-2 anche con altre agenzie regolatorie per supportare l’iter regolatorio previsto dalle diverse normative.