Un maggior numero di pazienti senza malattia o con una manifestazione minima di psoriasi alla sedicesima settimana di trattamento: sarebbe questo il plus del nuovo farmaco contro la psoriasi di Johnson & Johnson (in Italia Janssen), guselkumab, rispetto a Humira di AbbVie. Ad annunciare il dato di confronto è stata la stessa J&J riportando i dati di un trial clinico di fase III. Le risposte dei pazienti trattati con il farmaco di J&J sono state “resistenti e durature fino alla settimana 48 di terapia”,ha sottolineato il coordinatore della sperimentazione, Andrew Blauvelt, in una dichiarazione. Si tratta di un dato importante per l’azienda americana che sta cercando di recuperare il ritardo accumulato rispetto alle altre case farmaceutiche nel campo della psoriasi.
Lo scenario
All’inizio dello scorso anno, infatti, Novartis era entrata in scena con Cosentyx, che tra l’altro ha ottenuto un’estensione delle indicazioni terapeutiche per il trattamento di artrite psoriasica e spondilite anchilosante. Quest’anno, invece, è entrato nella mischia Taltz, di Eli Lilly, mentre brodalumab, di Valeant, è in attesa di autorizzazione da parte della FDA americana, dopo aver ottenuto il via libera del comitato consultivo di esperti. Nonostante la concorrenza, però, Johnson & Johnson è convinta di poter lasciare il segno con il suo guselkumab. Inoltre, l’azienda americana starebbe lavorando per estendere l’uso del suo vecchio farmaco Stelara ad altre patologie.Proprio la settimana scorsa ha ottenuto il via libera per l’utilizzo di questo farmaco contro la malattia di Crohn. Nel frattempo, il fatto che ci siano nuovi concorrenti non è una buona notizia per AbbVie e il suo Humira, che deve fare i conti anche con i biosimilari, pronti a portar via una quota di mercato. La scorsa settimana l’ente regolatorio americano ha approvato la copia di Humira prodotta da Amgen, Amjevita, anche se con la battaglia legale in corso non si sa quando il prodotto verrà effettivamente lanciato sul mercato.