Secondo un recente rapporto di GlobalData, il settore dei dispositivi per il monitoraggio remoto dei pazienti (RPM) è in crescita significativa e nel 2030 potrà arrivare a valere 760 milioni di dollari.
Il rapporto, intitolato “Thematic Research – Virtual Care and Telemedicine – 2023″, offre un’ampia visione su come la tecnologia stia rivoluzionando il settore sanitario, migliorandone l’efficienza e superando le barriere geografiche attraverso la possibilità di consulenze, diagnosi e terapie a distanza in tempo reale per casi non urgenti.
Il mercato dei dispositivi RPM, al 2020, valeva 548,90 milioni di dollari; sta quindi crescendo con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 3,3%. La tecnologia 5G, inoltre, svolgerà un ruolo fondamentale nello sviluppo dei sistemi RPM, rendendo più rapidi la raccolta e lo scambio dei dati.
La pandemia ha avuto un impatto significativo sulla crescita dei dispositivi RPM, poiché i pazienti hanno adottato piattaforme e app di teleassistenza per ricevere le cure direttamente a casa.
“Negli ultimi anni, la pandemia di COVID-19 ha giocato un ruolo cruciale nell’aumento dell’uso dei dispositivi RPM, poiché sia i pazienti sia gli operatori sanitari desideravano evitare il contatto diretto e ridurre gli spostamenti verso gli ospedali – commenta Alexandra Murdoch, autrice del rapporto – Anche se la fase acuta della diffusione virale è terminata, la domanda di dispositivi RPM non ha ancora raggiunto il suo culmine”.
“Sostanzialmente esistono due grandi categorie di dispositivi RPM – conclude Murdoch – Quelli impiantabili, che raccolgono dati da sensori impiantati, come i pacemaker, e quelli esterni, che rilevano dati da fonti esterne e li trasmettono a una stazione di monitoraggio oppure a uno studio medico. Questa seconda categoria comprende sistemi di rilevamento dei segni vitali e i dispositivi indossabili”.