Secondo un rapporto di Cytiva – fornitore globale di tecnologie e servizi per lo sviluppo e la produzione di terapie, presente in 40 Paesi – la resilienza dell’industria biofarmaceutica mondiale è diminuita dal 2021.
Grazie ai feedback di 1250 dirigenti del settore farmaceutico e biofarmaceutico in 22 Paesi, la ricerca ha messo a fuoco l’evoluzione del settore negli ultimi due anni e quali sono le aree che dovrebbero essere migliorate.
Le cinque aree valutate per la resilienza sono state:
• Catena di approvvigionamento
• Accesso ai talenti
• Forza dell’ecosistema di R&S
• Agilità di produzione
• Efficacia delle politiche governative a sostegno del settore.
Tra i 22 Paesi inclusi nella ricerca, la Svizzera ha ottenuto il punteggio di resilienza più alto, pari a 6,98, seguita da Stati Uniti, Regno Unito, Svezia e Singapore.
Due dei maggiori cali del punteggio di resilienza sono stati registrati nell’ambito dell’ecosistema di R&S, passato da 6,54 a 5,22, e dall’attrazione dei talenti, da 6,27 a 5,60.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, i 1250 dirigenti hanno individuato le tre sfere di competenza dei talenti più difficili da attrarre, trovare e trattenere:
• 22% per i talenti della produzione per strutture certificate GMP o equivalenti
• 21% per i talenti della R&S
• 20% per i talenti digitali/tecnologici
La catena di approvvigionamento è leggermente migliorata dal 2021, ma molti Paesi stanno ancora lottando per soddisfare la domanda interna. Le cattive notizie riguardano i farmaci biologici (esclusi insulina e vaccini), con il 73% delle segnalazioni di ritardi nella supply chain, e i farmaci chimici/di derivazione vegetale, con il 54% delle segnalazioni.
Il rapporto di Cytiva, inoltre, ha raccolto i giudizi di dirigenti farmaceutici sulla velocità con la quale i Paesi possono aumentare la produzione in risposta a una carenza globale di prodotto.
In particolare, l’agilità produttiva di tre categorie di prodotti chiave è risultata essere la seguente:
• Insulina: “immediatamente” al 16% e “lentamente” al 28%.
• Vaccini: “immediatamente” al 20% e “lentamente” al 39%.
• Altri prodotti biologici: “ immediatamente” all’8% e “lentamente” al 37%.
Per quanto riguarda le politiche e le normative governative, il panel degli intervistati ha segnalato la necessità di un maggiore sostegno da parte dei governi per salvaguardare il futuro del settore.
Il 45% degli intervistati ha affermato che la politiche governative perseguono obiettivi incoerenti, mentre il 18% ritiene che le politiche fiscali o commerciali incoraggino attivamente la produzione nazionale di farmaci e biofarmaci.