Mediar Therapeutics, una startup biotecnologica che sviluppa trattamenti contro la fibrosi, ha attirato l’attenzione di quattro big pharma, che si sono unite ad alcune società di venture capital investendo 85 milioni di dollari nella società con sede a Cambridge, Massachusetts. Si tratta di Novartis, Pfizer, Eli Lilly e BMS.
La startup sta sviluppando tre candidati farmaci anticorpali mirati alla fibrosi del fegato, dei polmoni e dei reni e conta di iniziare i test clinici nel 2024.
I trattamenti per la fibrosi esistono, ma sono pochi e limitati nella loro capacità di ritardare o invertire la progressione della condizione. Mediar spera di poter avere successo in questo campo con un approccio diverso.
“Le terapia per la fibrosi si concentrano generalmente sull’inizio del processo fibrotico e sull’arresto dell’effetto a palla di neve della cicatrizzazione. Il nostro metodo scientifico punta a contrastare i fattori che determinano l’avanzamento della fibrosi”, osserva Rahul Ballal, CEO di Mediar.
A lui si affianca il direttore scientifico Paul Yaworsky, un veterano di Pfizer che ha trascorso più di un decennio nella big pharma USA occupandosi di indagini sull’infiammazione.
L’attività di ricerca di Mediar si concentra sul miofibroblasto, un tipo cellulare del tessuto connettivo che svolge un ruolo nella guarigione delle ferite, e in particolare sulla proteina WISP-1, associata alla fibrosi.
Altre importanti aziende farmaceutiche si stanno interessando allo sviluppo di trattamenti per la fibrosi, investendo capitali in startup biotecnologiche attraverso i loro bracci di venture capital e promuovendo programmi di ricerca.
Nel 2022 la giapponese Astellas ha investito in una startup per la terapia genica della fibrosi cistica. Altre big, come AbbVie e Roche, stanno acquisendo piccole aziende nella speranza di scoprire un nuovo promettente farmaco.