Amarin ha reso noti i dati una nuova analisi dello studio REDUCE-IT sugli esiti cardiovascolari di icosapent etile (IPE), che ne dimostra l’efficacia nei pazienti con sindrome coronarica acuta recente (<12 mesi prima della randomizzazione).
Questa analisi post-hoc ha dimostrato che icosapent etile ha ridotto, in modo sostanziale e significativo, il rischio del primo evento e degli eventi ischemici totali, rispettivamente del 37% e del 36% nei pazienti con sindrome coronarica acuta recente (SCA) senza aumentare il rischio di sanguinamenti: tutto questo supporta l’impiego precoce di IPE dopo sindrome coronarica acuta recente.
I dati sono stati presentati all’evento congiunto della 72ma Sessione Scientifica Annuale dell’American College of Cardiology e del Congresso Mondiale di Cardiologia della World Heart Federation a New Orleans, LA.
“I pazienti che hanno avuto una sindrome coronarica acuta sono ad altissimo rischio di un evento ricorrente, rischioso per la vita, soprattutto nelle settimane successive all’evento primario”, osserva Philippe Gabriel Steg, Primario di Cardiologia presso l’Hôpital Bichat, della Greater Paris University Hospitals – AP-HP, e professore presso l’Université Paris -Cité, Francia,”Questi risultati dimostrano che l’aggiunta di icosapent etile, al regime terapeutico dei pazienti che hanno avuto una SCA negli ultimi 12 mesi, può ridurre in modo sostanziale il rischio di un ulteriore evento cardiovascolare (con una riduzione del rischio assoluto del 9,3%) e che quanto più precocemente un paziente inizia il trattamento con icosapent etile dopo una SCA, tanto maggiore è la riduzione del rischio assoluto per questi pazienti”.
Questa analisi post-hoc è stata focalizzata sui pazienti dello studio di riferimento REDUCE-IT che hanno avuto una sindrome coronarica acuta recente SCA, definita come infarto miocardico (IM) o angina instabile <12 mesi prima della randomizzazione.
I pazienti analizzati per valutare l’efficacia di icosapent etile sull’endpoint del primo evento e sugli eventi totali sono stati 840, (il 10,3% della coorte totale dello studio, rispetto ai 3.651 pazienti che avevano avuto una SCA ≥12 mesi prima della randomizzazione).
La riduzione del rischio assoluto dei primi eventi nei pazienti in trattamento con IPE nell’arco di 5 anni è stata del 9,3% per l’endpoint primario composito con un number needed to treat (NNT) di 11. La riduzione del rischio assoluto dei primi eventi nei pazienti in trattamento con IPE con ACS ≥12 mesi è stata del 4,7% con un NNT di 21. Complessivamente il profilo di tollerabilità e gli eventi avversi nei pazienti con SCA recente in trattamento con IPE e placebo sono stati in linea con l’intero studio. I tassi di eventi emorragici nei pazienti trattati con IPE rispetto al placebo, non sono stati più frequenti nonostante l’uso estensivo della doppia terapia antiaggregante.
“Come sappiamo, lo studio REDUCE-IT ha dimostrato chiaramente i benefici di icosapent etile nel ridurre il rischio di eventi ischemici nei pazienti ad alto rischio di malattie cardiovascolari”, dichiara Nabil Abadir, Chief Medical Officer e Head of Global Medical Affairs di Amarin. “Questi dati non solo sottolineano il beneficio per i pazienti a rischio di eventi cardiovascolari nei 12 mesi successivi alla sindrome coronarica acuta, ma si basano e sono coerenti con i risultati positivi dimostrati costantemente in tutte le sottopopolazioni dello studio REDUCE-IT, compresi quelli con precedente IM, precedente rivascolarizzazione, precedente PAD e diabetici”.