Una nuova collaborazione da 2,7 milioni di sterline tra il Centre for Process Innovation (CPI), AstraZeneca, Novartis e l’Università di Manchester mira a rivoluzionare la produzione di oligonucleotidi, brevi frammenti di DNA o di RNA, sintetizzati chimicamente, che modulano l’espressione delle proteine attraverso diversi meccanismi, con l’obiettivo di trattare i fattori alla base delle malattie.
Il progetto triennale prevede di tradurre “gli approcci alla sintesi degli oligonucleotidi in processi di produzione sostenibili. Ci auguriamo che questa collaborazione garantisca il più ampio accesso possibile a questa classe terapeutica emergente”, commenta Sarah Lovelock, docente senior presso il Manchester Institute of Biotechnology.
“Molte aziende farmaceutiche hanno una ricca pipeline di candidati farmaci a base di oligonucleotidi che potrebbero beneficiare di un processo di produzione alternativo. CPI e i suoi partner sono desiderosi di collaborare con le aziende farmaceutiche mentre il progetto sviluppa la nuova tecnologia in un approccio più praticabile per la produzione di oligonucleotidi”, aggiunge Barrie Cassey, Technology Lead – Medicines Manufacturing di CPI.
La nuova partnership si basa sul lavoro svolto presso il Medicines Manufacturing Innovation Centre di CPI. Il processo, in fase di sviluppo, sfrutta la biocatalisi utilizzando un modello che consente di ricucire gli elementi costitutivi degli oligonucleotidi in modo molto fedele. Il nuovo metodo, guidato dagli enzimi, ha il potenziale di fornire oligonucleotidi di purezza superiore a quelli ottenuti con la sintesi chimica, riducendo al contempo l’impronta di carbonio generata dalla loro produzione.
La ricerca sugli oligonucleotidi si svolgerà presso il Manchester Institute of Biotechnology, parte dell’Università di Manchester.
