“La pandemia da Covid-19 sembrava aver spinto il settore sanitario in una rivoluzione digitale. La realtà è che, mentre tutti i sistemi sanitari si sono rapidamente orientati per abbracciare l’assistenza virtuale nei primi giorni dell’emergenza, la maggior parte continua a rimanere indietro rispetto a una trasformazione digitale avanzata vera, di prevenzione e di cure”, dice Fabio Landazabal, presidente e Ad Gsk SpA all’Adnkronos Salute, a margine della tavola rotonda “L’esperienza sul campo tra un centro e 21 Regioni” all’interno del Digital Health Forum, evento promosso a Roma da Farmindustria, in collaborazione con Vodafone, Novartis, Gsk, Chiesi e Msd. “Questa situazione ha creato un nuovo paradigma e ora l’opportunità è quella di sfruttare il digitale come un elemento strategico per migliorare i risultati dell’investimento sulla salute, da un lato rispondendo ai bisogni di salute del paziente in modo più efficace e dall’altro guidando la produttività, liberando i medici da compiti burocratici e consentendo loro di concentrarsi sull’assistenza, realizzando così la medicina personalizzata e preventiva”.
“Il sistema sanitario centrale e regionale – continua Landazabal – deve ora concentrarsi su come integrare le proprie soluzioni digitali nel proprio ecosistema per promuovere obiettivi a breve termine, come migliorare l’accesso all’innovazione e la gestione dei costi. Questo nuovo sistema digitale integrato ci permetterà di riconcepire l’intero ecosistema della salute, consentendo la riprogettazione del modello di erogazione dell’assistenza incentrato sul paziente e sullo sviluppo di nuovi servizi assistenziali, facendo in modo che non diventi occasione per nuove iniquità fra regioni e permettendo che l’innovazione arrivi a tutti i pazienti che ne hanno bisogno in modo equo e sostenibile”.
Secondo il presidente e Ad di Gsk, “la trasformazione digitale cambierà anche l’interpretazione del paradigma della sostenibilità. Lo sviluppo sostenibile e le comunità della tecnologia digitale non sono ancora sufficientemente collegati per affrontare pienamente tali problemi. Questa trasformazione deve essere armonizzata con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e con l’accordo di Parigi, sviluppando una filiera digitalizzata con zero emissioni di carbonio”.
La rivoluzione digitale “porterà anche nuove opportunità di lavoro e la creazione di nuove competenze professionali di alto livello”, aggiunge Landazabal. “Per questo è necessario un sistema educativo aggiornato al nuovo paradigma digitale in uno scenario molto sfidante per la tempistica che in buona parte è legata al Pnrr”. Ma per poter “mettere a terra questa nuova opportunità per l’Italia sarà necessario essere veloci e saper riconoscere il valore dell’innovazione a diversi livelli, non solo quella dirompente ma anche quella strutturale con una politica industriale che promuova l’innovazione e sia aperta a partnership pubbliche e private, prevedendo quadri normativi semplificati per la loro realizzazione”.
Il “nostro settore è pronto e interessato a sostenere la crescita del Paese con occupazione e investimenti. Vogliamo affiancare le istituzioni in questa rivoluzione digitale – conclude – e trasformare il sistema della salute in Italia e dare supporto sia nel ridurre la disomogeneità dei livelli di assistenza tra regioni, che con il nostro potenziale nel trasferimento di competenze, indispensabili per la realizzazione e l’attuazione dei processi digitali al servizio dei pazienti”.