Viene definita “stanchezza da promozione” ed è quella sensazione, riferita dai medici, di essere stati bombardati da troppi contenuti digitali durante la pandemia. Per evitare di ‘stressare’ troppo gli operatori sanitari, Jason Bernstein, Head of Medical Communications Strategy di epocrates, consiglia di gestire meglio i contenuti e le informazioni veicolate dagli informatori.
Un’indagine recente della società americana Indegene ha evidenziato che il 62% dei medici si è sentito “sopraffatto” dai messaggi promozionali sui farmaci ricevuti dalle aziende in questi ultimi due anni. Un altro sondaggio, coordinato da Accenture, ha rilevato che il 64% dei medici ha dichiarato di aver ricevuto troppi contenuti digitali dalle aziende e che il 65% si è sentito vittima di “spam” da parte di un’azienda.
Per evitare queste conseguenze, Bernstein suggerisce prima di tutto di valutare bene quali sono le esigenze dei medici e qual è il modo migliore per raggiungerli. Per gli informatori, ad esempio, potrebbe essere utile allontanarsi dal consueto atteggiamento ‘promozionale’ e cercare di dare informazioni al medico nel rapporto con i pazienti, per esempio aiutandolo a identificare il paziente giusto per un determinato farmaco, favorirne l’accesso, informarlo sui programmi disponibili per i pazienti al fine di migliorarne l’aderenza alle terapie. Nel caso, invece, di un medico che non prescrive un determinato farmaco, potrebbe invece essere utile adottare uno stile di promozione “classico”, informando il professionista sul meccanismo d’azione della molecola o illustrando i dati da eventuali studi head-to-head.