(Reuters) – Venerdì 21 gennaio i ministri della salute dell’Unione europea si sono riuniti e hanno convenuto sulla disponibilità a distribuire una quarta dose di vaccino anti COVID-19 se i dati epidemiologici dovessero renderla necessaria.
“Se arriveranno dati conclusivi sulla necessità di una quarta dose, dobbiamo essere pronti ad agire”, ha detto ai ministri dell’UE il commissario europeo per la Salute Stella Kyriakides, nel corso delle riunione tenutasi in videoconferenza.
L’incontro è stato organizzato con breve preavviso dal governo francese, attuale presidente di turno dell’UE, e si è focalizzato, oltre che sull’eventuale necessità di una quarta dose, anche sull’opportunità di disporre di vaccini adattati contro le nuove varianti virali.
Kyriakides ha osservato che la priorità dovrebbe essere quella di immunizzare le persone non vaccinate che rappresentano ancora circa un quarto della popolazione dell’UE.
Ungheria, Danimarca e Svezia hanno già deciso di somministrare una quarta dose di vaccino anti COVID perché preoccupate dalla diminuzione della protezione offerta dalle terze dosi contro l’infezione sintomatica lieve.
La campagna di somministrazione della quarta dose è iniziata in Israele il mese scorso e lo stato ebraico è diventato così il primo paese al mondo a intraprendere questa strada. La campagna è destinata a continuare, nonostante i risultati preliminari indichino che la quarta dose non è sufficiente a prevenire le infezioni da Omicron.
Presto i vaccini “adattati”
Durante l’incontro si è anche fatto il punto sul coordinamento di nuovi accordi dei vaccini, perché, come ha dichiarato la presidenza francese della UE, “quelli adattati alle varianti arriveranno presto”. I vaccini specifici contro Omicron potrebbero essere pronti già a marzo, anche se non è ancora chiaro se sarà necessario inocularli. Inoltre, sono in corso lavori per sviluppare vaccini polivalenti in grado di proteggere da più varianti.
Fonte: Reuters
(Versione italiana Daily Health Industry)