OMS: un hub per l’Africa con lo scopo di produrre il vaccino di Moderna

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(Reuters) – Gli sforzi per sviluppare una base africana destinata alla produzione di vaccino contro COVID-19 si concentreranno sul tentativo di replicare il vaccino di Moderna. Questo progetto, tuttavia, richiederà tempo visto lo stallo nei colloqui con l’azienda statunitense, osserva un alto funzionario dell’OMS.

La spinta alla produzione di vaccini in Africa è stata decisa per aiutare il maggior numero di paesi in via di sviluppo ad accedere ai vaccini anti COVID-19 dopo che le nazioni ricche hanno acquistato la maggior parte delle dosi disponibili quest’anno.

Moderna ha dichiarato nell’ottobre 2020 che non applicherà i brevetti relativi al suo vaccino durante la pandemia, alimentando in questo modo la speranza che altre aziende possano essere in grado di produrlo e contribuire così a incrementare la disponibilità di vaccini anti COVID-19.

In pratica, tuttavia, è difficile replicare un vaccino senza le informazioni necessarie a realizzarlo. Per questo motivo, l’hub di trasferimento tecnologico in Sudafrica, sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e istituito a giugno per dare alle nazioni più povere il know-how per produrre vaccini anti COVID -19, finora non ha raggiunto un accordo con l’azienda statunitense.

Più di tre quarti delle 5,5 miliardi di dosi vaccini anti COVID-19 somministrate in tutto il mondo sono state utilizzate in paesi ad alto e medio-alto reddito la cui popolazione rappresenta poco più di un terzo del totale mondiale. Attualmente solo il 3% degli africani è vaccinato. Percentuale molto bassa se raffrontata a quella degli Stati Uniti (oltre il 50%) e della Spagna (75%).

Il vaccino di Moderna è stato scelto dall’OMS per l’abbondanza di informazioni rese pubbliche e per il suo impegno di non applicare i brevetti,

Se l’hub riuscisse a decollare senza l’aiuto di Moderna, potrebbe comunque essere necessario più di un anno per ottenere un vaccino distribuibile, poiché gli studi clinici inizieranno solo nella seconda metà del 2022.

A maggio, gli Stati Uniti avevano dichiarato che avrebbero sostenuto la rinuncia ai diritti di proprietà intellettuale sui vaccini anti COVID-19 al fine di contribuire ad accelerare la fine della pandemia.

Tali affermazioni hanno però incontrato l’opposizione delle aziende farmaceutiche che sostengono di dover supervisionare qualsiasi trasferimento di tecnologia a causa della complessità del processo di produzione.

A luglio, Pfizer e il suo partner BioNTech hanno siglato un accordo con la società sudafricana Biovac per contribuire a produrre circa 100 milioni di dosi all’anno del loro vaccino contro COVID-19 destinate al continente africano.

Tuttavia, questo accordo consiste nel “riempire e confezionare” il vaccino e riguarda quindi solo le fasi finali della fabbricazione. Non copre pertanto tutto il complicato processo di produzione di mRNA che Pfizer e BioNTech condurranno nei loro stabilimenti europei.

L’OMS ha cercato di persuadere Moderna e Pfizer-BioNTech a unire le forze nell’hub di trasferimento tecnologico africano. La societä di riferimento del consorzio Hub, Afrigen Biologics, con sede a Città del Capo, produrrà il lotto iniziale di dosi prima di trasferire le competenze e la tecnologia al partner di produzione locale, il Biovac Institut, anch’esso situato nella capitale sudafricana, che produrrà in serie i vaccini.

Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)

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