(Reuters) – Nei rari casi di infezioni di COVID-19 che si verificano in persone già vaccinate, è probabile che la malattia duri per meno tempo e che i malati presentino sintomi più lievi rispetto a chi non è stato vaccinato. Questi sono i dati emersi da uno studio statunitense condotto su quasi 4.000 operatori sanitari di pronto soccorso e su altre categorie di lavoratori di prima linea nell’assistenza ai pazienti COVID.
I ricercatori hanno riportato sul New England Journal of Medicine che il gruppo di partecipanti è stato testato settimanalmente a partire da metà dicembre e la COVID-19 è stata diagnosticata in 5 soggetti che erano stati completamente vaccinati con un vaccino mRNA prodotto da Pfizer/BioNTech oppure da Moderna.
Si sono anche ammalate 11 persone che erano parzialmente protette, avendo ricevuto solo una dose di vaccino o anche la seconda ma da meno di 14 giorni, e 156 non vaccinate.
Nella maggior parte dei malati non vaccinati, l’infezione è durata almeno due settimane, in quelli vaccinati soltanto una settimana. I pazienti completamente o parzialmente vaccinati hanno avuto una probabilità inferiore del 58% di avere la febbre e hanno trascorso a letto mediamente 2,3 giorni in meno rispetto ai non vaccinati. Anche la loro carica virale è risultata, in media, inferiore del 40%.
“Se sei vaccinato, hai circa il 90% di probabilità di non ammalarti di COVID-19”, ha dichiarato in una nota Jeff Burgess dell’Università dell’Arizona, coautore dello studio. “Inoltre, anche se ciò dovesse accadere, probabilmente la tua carica virale sarà bassa e l’infezione molto più lieve”.
Fonte: The New England Journal of Medicine
(Versione italiana Daily Health Industry)