E’ l’argomento caldo di questi giorni. Le aziende produttrici di vaccini sono in grado di garantire un’equa distribuzione? La rapida diffusione delle varianti inciderà sulla catena di approvvigionamento?
Vediamo come le cinque principali pharma si stanno organizzando.
Pfizer
Quello di Pfizer è stato il primo vaccino ad avere ricevuto l’ok per l’uso in emergenza da parte della FDA americana, a fine 2020, e ora il prodotto, realizzato in collaborazione con BioNTech, è stato lanciato a livello globale. Le due aziende mirano a produrre due miliardi di dosi nel 2021, la maggior parte delle quali arriverà da strutture di proprietà. Pfizer e BioNTech hanno comunque stretto collaborazioni con almeno altre dieci società, incluse Novartis e Sanofi.
Per quel che riguarda la catena di approvvigionamento in Europa, il sito di Pfizer a Puurs, in Belgio, riceve gli ingredienti per il vaccino da BioNTech e da altri partner di produzione. Attraverso numerosi passaggi, il team preposto crea un vaccino “sfuso” e lo trasporta nelle aree di riempimento per confezionare le fiale; queste sono confezionate in scatole che possono contenere circa 200 unità ciascuna, che vengono poi spostate nella ‘zone a congelatore’ della struttura. Per la spedizione, Pfizer aggiunge ghiaccio secco e un monitor di temperatura GPS alle casse.
BioNTech gestisce invece la produzione per l’Europa a Mainz, in Germania. L’azienda tedesca ha anche assunto produttori a contratto, DermaPharm in Germania e Polymun in Austria, che producono nanoparticelle lipidiche per veicolare l’mRNA. E per prepararsi a un aumento di produzione, BioNTech ha acquistato un ex sito Novartis a Marburg, in Germania, che a regime sarebbe in grado di garantire una capacità annuale di 750 milioni di dosi.
AstraZeneca
L’azienda inglese si è posta l’obiettivo di produrre fino a tre miliardi di dosi del vaccino messo a punto in collaborazione con l’Università di Oxford e per raggiungerlo ha coinvolto 25 stabilimenti di produzione separati.
In Europa, AstraZeneca ha scelto i siti di Halix, in Olanda, e Novasep, in Belgio, per la produzione delle dosi, e collabora con IDT Biologika, in Germania, per il riempimento e le fasi finali.
IDT e AstraZeneca hanno recentemente dichiarato di essere alla ricerca di modi per accelerare la consegna di dosi finite in Europa entro il secondo trimestre del 2021 e stanno pianificando investimenti congiunti per potenziare la capacità dello stabilimento IDT di Dessau, in Germania, per produrre fino a “decine di milioni” di dosi al mese.
La capacità produttiva in Europa è però in sofferenza, con l’ex stabilimento Novasep, a Seneffe, in Belgio, che ha subito un calo nel rendimento di produzione. E anche se la capacità sembra essere aumentata, l’UE ha spinto AstraZeneca a cercare forniture oltre i confini europei. Così, circa metà dei 180 milioni di dosi per l’Europa arriverà dai confini europei, mentre “il resto arriverà dalla rete di fornitura internazionale”, come recentemente ha dichiarato un portavoce dell’azienda.
Moderna
La seconda azienda ad avere avuto l’ok negli USA per un vaccino a mRNA ha trascorso quasi un anno a prepararsi al lancio globale del suo vaccino. La società americana ha finora reclutato cinque partner per la produzione, con l’obiettivo di fornire oltre due miliardi di dosi nei prossimi due anni.
Moderna ha a oggi spedito circa 60 milioni di dosi in tutto il mondo, di cui la maggior parte è andata agli USA, mentre la catena di approvvigionamento “è in fase di espansione”.
L’azienda americana ha chiesto alla spagnola Rovi di completare l’attività di riempimento delle dosi spedite al di fuori degli USA. A fine 2020 ha arruolato la svedese Recipharm, in un accordo che coinvolgerà un sito dell’azienda in Francia. Moderna ha aumentato il suo obiettivo di produzione a 700 milioni di dosi rispetto a una stima iniziale di 500 milioni. Ma l’azienda mira a produrre fino a un miliardo di dosi nel 2021 e 1,4 nel 2022.
Janssen
Il vaccino di Janssen ha ottenuto da poco l’ok della FDA americana ed è in fase di valutazione in Europa. L’azienda punta a produrre un miliardo di dosi nel 2021 e ha coinvolto numerosi partner per raggiungere questo obiettivo, tra cui MSD. Per l’approvvigionamento europeo, oltre all’impiego del sito produttivo di Leida, in Olanda, Janssen ha coinvolto Catalent e Reig Jofre..
A febbraio, la pharma del gruppo Johnson & Johnson ha anche siglato un accordo di produzione del vaccino con Sanofi, che darà a Janssen l’accesso allo stabilimento di produzione di vaccini a Marcy l’Etoile, in Francia. La produzione dovrebbe iniziare nel terzo trimestre di quest’anno e l’impianto di Sanofi produrrà circa 12 milioni di dosi al mese.
Novavax
L’azienda americana, che conta di avere l’ok della FDA per il suo vaccino a maggio e che prevede di raggiungere una capacità annuale di almeno due miliardi di dosi quest’anno, sta usando, per ora, le sue strutture in USA, Svezia e Repubblica Ceca, con il sito americano che produrrà solo per gli USA e gli altri due per il resto del mondo.
Novavax ha anche stretto una collaborazione con la giapponese AGC Biologics per produrre l’adiuvante Matrix-M,. Un altro partner, Fujifilm Diosynth, sta gestendo la produzione di antigeni in siti in USA e Regno Unito, mentre Biofabri sta producendo il componente in Spagna. La fase finale di riempimento sarà gestita, in Europa, da Baxter e Siegfried, rispettivamente in Germania e Svizzera. Con l’Unione Europea Novavax ha stretto un accordo di fornitura iniziale di 100 milioni di dosi, con la possibilità di consegnare altri 100 milioni di dosi in futuro.