All’indomani della fatidica data del 30 giugno, grande successo per l’operazione trasparenza delle aziende farmaceutiche. Oltre il 70% delle Pharma operanti nel nostro Paese, infatti, ha pubblicato gli investimenti effettuati per la ricerca, la formazione medica e le consulenze ai camici bianchi. Un dato superiore alle stesse previsioni di Farmindustria, che, attraverso il suo presidente Massimo Scaccabarozzi, ha espresso subito la propria soddisfazione.
Il ‘Disclosure Code’ è stato voluto dalla Federazione europea industrie ed associazioni farmaceutiche (Efpia). Investimenti importanti che consentono a medici ed enti pubblici di sviluppare nuove cure ma anche di consentire ai medici di fare quella formazione continua ed obbligatoria prevista per legge, il tutto a beneficio dei pazienti.
I primi dati. Da Menarini 8,7 mln di Euro per la formazione
Tra le prime aziende a pubblicare online nomi e importi ricevuti c’è Amgen, che dichiara 90% di adesioni tra i medici e un totale di 5,9 milioni di euro per ricerca e sviluppo (ovvero studi clinici, non clinici osservazionali), 1,8 milioni per operatori sanitari (tra cui consulenze e iscrizioni a congressi) e 5,2 milioni destinati alla organizzazioni per formazione e altro.
Adesioni all’90% anche per Sanofi Pasteur, che investe 523mila euro in ricerca e sviluppo, 128mila per le consulenze dei sanitari e 423mila per la formazione continua ed obbligatoria dei medici, mentre circa 44mila euro per far partecipare medici a congressi e oltre 200mila per organizzazioni sanitarie e società scientifiche.
Per Sanofi, invece, gli investimenti sono stati pari a 13 milioni di euro nel 2015, corrispondenti al 2% del fatturato. Circa 4,6 sono i milioni investiti in ricerca e sviluppo ed oltre il 70% dei medici ha dato il proprio consenso alla pubblicazione dei dati.
Da Pfizer Italia, che ha avuto un consenso alla pubblicazione dei dati da parte dell’80% dei medici, arrivano 24 milioni di euro di investimenti per i medici, di cui 1,2 milioni in consulenze, oltre a 5 milioni in ricerca e sviluppo.
Per l’italiana Menarini la cifra investita in ricerca e sviluppo è pari a 33,9 milioni di euro, con 5,2 milioni erogati agli enti per sostenere programmi formativi e progetti di ricerca indipendente. Alla formazione degli operatori sanitari sono andati circa 8,7 milioni di euro e 860mila euro per le consulenze. Interessati, in totale, 7.270 medici: il 73% ha dato la liberatoria alla pubblicazione dei propri dati. In pratica, nel 2015 la Menarini ha investito una somma di 1.150 euro per ciascuna iniziativa rivolta al singolo camice bianco.
“Nel nostro caso – spiega Domenico Simone, membro del Consiglio di amministrazione Menarini – l’impegno nella formazione degli Operatori Sanitari riguarda un portfolio prodotti molto ampio di 129 prodotti relativi a 20 classi terapeutiche”.
Bayer (60% del consenso dei medici alla pubblicazione) denuncia un ammontare di trasferimenti totale di quasi 24 milioni di euro, di cui 4,8 milioni per ricerca e sviluppo, 6 per operatori sanitari e 12,8 per organizzazioni sanitarie.
Per Novartis l’ammontare complessivo dei trasferimenti di valore ha sfiorato i 41 milioni di euro, con una percentuale dei consensi rilasciati in forma individuale che raggiunge l’80%. Per Gsk, infine, (con adesioni del 100% perché l’assenso preventivo alla pubblicazione individuale e nominativa dei trasferimenti di valore é prerequisito per ottenerli) gli investimenti complessivi sono ammontati ad 11 milioni di euro, di cui 5 per ricerca e sviluppo.