Portare un’umanità più ricca e diversificata all’esperienza del brand. È questo l’obiettivo che molte agenzie si prefiggono, ormai, anche in campo farmaceutico, che è sempre più alla ricerca di lavoro creativo. A sottolinearlo è Ian Ray, Associate Creative Director di Pegasus, un’agenzia creativa che fa parte della società di comunicazione UDG Healthcare.
Le persone che lavorano in questo campo sono già pronte a impostare un lavoro che non sia “troppo farmaceutico”, anche perché sanno bene che la creatività, abbinata a una solida comprensione del comportamento, non può che aggiungere un valore enorme al brand. In questo contesto, le pubblicità fatte bene sono da sempre una scorciatoia verso le emozioni, anche nel farmaceutico.
A dimostrarlo ci sono alcune campagne, come quella di Pfizer in USA, ‘This is living with cancer’, o la campagna U = U di ViiV Healthcare, che hanno messo in secondo piano i farmaci rispetto all’esperienza del paziente e hanno permesso alle agenzie di lavorare su ciò che sanno fare meglio.
Certo è difficile affrontare determinati temi, soprattutto perché si rischia di rendere un disservizio ai pazienti. Ma forse, secondo Ian Ray, stiamo arrivando al punto in cui il pubblico è stanco di sentire storie “strappalacrime” e in cui forse riusciremo anche a fare dell’umorismo su temi sensibili come la salute.