Produrre 300 milioni dosi di vaccino contro il Coronavirus nel 2021 nello stabilimento di Anagni (Frosinone) di Sanofi. È questo l’obiettivo dell’azienda francese che, insieme con GlaxoSmithKline (GSK), sta lavorando affinché si arrivi al più presto ad un “antidoto” contro il Covid-19.
Un obiettivo ambizioso che fa parte di un progetto ancora più ampio: produrre fino a un miliardo di dosi. Ad inaugurare la filiera produttiva è stato, in occasione dell’evento istituzionale “Empowering Italia! Al lavoro per il nuovo vaccino contro il COVID-19”, il Ministro della Salute Roberto Speranza che ha ribadito tutta la sua gratitudine al popolo italiano per il grande sforzo fatto nei mesi appena trascorsi e la fiducia nella ricerca. “Tutta la comunità scientifica internazionale è al lavoro sul vaccino”, ha detto Speranza. “L’auspicio è di avere buone notizie in un tempo abbastanza breve”.
A poco meno di un mese dall’annuncio di Sanofi dell’avvio delle sperimentazioni di fase I/II sul vaccino anti Covid, l’azienda torna a ribadire il proprio impegno nella lotta alla pandemia con un claim che guarda al domani: “insieme per l’Italia, insieme per il futuro”.
Il vaccino è attualmente alla fase 1 e 2 di sperimentazione ed è caratterizzato da una tecnologia consolidata a base di DNA-ricombinante in subunità, già utilizzata con successo dall’azienda francese per la produzione del vaccino antinfluenzale quadrivalente ricombinante, integrato con un coadiuvante consolidato della GSK.
Ed è proprio grazie all’adozione di questa tecnologia che si riuscirà ad arrivare a produrre un numero notevolmente superiore di dosi rispetto alle altre tecniche comunemente adottate.
Alla presenza del ministro della Salute Roberto Speranza, del Sottosegretario allo Sviluppo Economico Giampaolo Manzella, dell’assessore alla Sanità e Integrazione della Regione Lazio Alessio D’Amato, dell’Ambasciatore di Francia in Italia Christian Masset, l’Azienda ha raccontato lo straordinario lavoro di squadra che ha consentito un costante sviluppo del vaccino e la rapida creazione di una specifica expertise industriale in Europa.
Trasformare l’innovazione scientifica in soluzioni che migliorano la qualità di vita delle persone, accompagnando milioni di cittadini nel proprio percorso di salute e di benessere, è da sempre l’impegno che Sanofi si pone nei confronti delle comunità in cui opera.
L’Italia, dove hanno sede quattro siti del Gruppo, rappresenta quindi per l’azienda un luogo ideale dove ricercare e sviluppare nuove tecnologie, grazie all’impiego di talenti di caratura internazionale e a una radicata propensione verso l’innovazione. Lo stabilimento di Anagni – che come abbiamo detto sarà impegnato nella realizzazione delle dosi insieme con i siti in Francia e Germania – è un centro di eccellenza a livello europeo per la produzione di prodotti farmaceutici sterili iniettabili.
“Stiamo portando avanti un impegno che va oltre i nostri confini: ci siamo uniti a una sfida globale che ci vede coesi e determinati a raggiungere uno scopo comune. Certi che i traguardi possano essere conseguiti solo grazie alla collaborazione e alla cooperazione tra i diversi attori, vogliamo fare la nostra parte continuando in ciò che sappiamo fare meglio: prenderci cura della salute delle persone. Siamo orgogliosi di poter contribuire all’impegno di Sanofi per l’emergenza con il nostro stabilimento di Anagni: una concreta risposta che potrà portare una firma italiana”, ha dichiarato Marcello Cattani, Presidente e Amministratore Delegato di Sanofi Italia. “L’Italia, la Regione Lazio e lo stabilimento di Anagni in particolare stanno giocando un ruolo fondamentale per raggiungere l’obiettivo di garantire a tutti un vaccino sicuro ed efficace, e grazie al grande lavoro svolto abbiamo oggi la speranza e l’ottimismo di pensare di essere vicini a una soluzione. Abbiamo fatto progressi significativi nella comprensione della malattia, progressi resi possibili grazie a collaborazioni senza precedenti all’interno del nostro settore, della comunità scientifica e con i Governi. Per questo siamo convinti che, continuando a lavorare insieme nella stessa direzione, saremo in grado di garantire una vera e sicura ripartenza economica, sanitaria e sociale”, ha concluso Cattani.
“Sanofi ha un’esperienza significativa nello sviluppo di vaccini e continua a investire nella ricerca, nello sviluppo clinico e nella produzione di soluzioni innovative. Oggi ci viene richiesto uno sforzo maggiore per affrontare una sfida di sanità pubblica senza precedenti: una pandemia che ha rivoluzionato la nostra società. Noi rispondiamo mobilitando le nostre competenze e tutte le risorse necessarie, per le persone in Europa e in tutto il mondo”, ha aggiunto dichiara Mario Merlo, General Manager Sanofi Pasteur Italia.
Ma la soddisfazione non è solo quella di una azienda che in Italia conta ben quattro stabilimenti; il vanto è anche regionale. Lo stabilimento di Anagni accresce il valore produttivo che la regione Lazio può vantare in questo comparto. “Il Lazio è una realtà strategica”, ha infatti ricordato l’assessore alla Sanità e Integrazione della Regione Lazio Alessio D’Amato. “Con le sue sei facoltà di medicina, la Regione forma il 30% dei medici e professionisti di settore italiani, e in rapporto alla popolazione rappresenta la prima regione europea per esportazioni”. Investire in ricerca e dare fiducia a questo comparto significa “accrescere l’ecosistema che si è costruito in questi anni. L’auspicio – ha concluso l’assessore – è che Roma possa ospitare la sede dell’agenzia Europea di ricerca biomedica”.
Lo stabilimento di Anagni
Lo stabilimento di Anagni è uno dei quattro siti produttivi di Sanofi in Italia. Fondato nel 1973, si estende su una superficie di 450mila mq e rappresenta un centro di eccellenza a livello europeo per la produzione di prodotti farmaceutici sterili iniettabili. Grazie agli importanti investimenti fatti nel corso degli anni (solo nel 2019, 14 milioni di euro), linee di produzione e di confezionamento tecnologicamente avanzate oggi può contare su circa 331mq di superficie di liofilizzazione e 12 liofilizzatori provvisti di un sistema di carico e scarico robotizzato che riduce al minimo il rischio di contaminazione. Nel 2019 lo stabilimento ha prodotto 111milioni di unità sterili e contava 602 collaboratori.