(Reuters Health) – Il vaccino russo contro il COVID-19, Sputnik-V, ha prodotto una risposta anticorpale in tutti i partecipanti agli studi di fase iniziale. A dimostrarlo sono i risultati dei due studi condotti a giugno-luglio, che hanno coinvolto 76 partecipanti, pubblicati su The Lancet.
Dai dati è emerso che nel 100% dei partecipanti il vaccino è stato in grado di sviluppare gli anticorpi contro il nuovo Coronavirus, senza gravi effetti collaterali. Sputnik-V ha prodotto una risposta immunitaria delle cellule T, che, secondo gli scienziati, possono fornire una protezione più a lungo termine rispetto agli anticorpi.
“Sono necessari studi più ampi, a lungo termine, e che includano un confronto con il placebo e un ulteriore monitoraggio, per stabilire con certezza la sicurezza e l’efficacia del vaccino nel prevenire l’infezione da COVID-19”, precisa Lancet.
Ad agosto la Russia ha autorizzato Sputnik-V per uso interno. Alla notizia alcuni esperti occidentali avevano sottolineato come la scelta fosse improvvida, in assenza di solidi studi scientifici a sostegno. Ora lo scenario è cambiato. Contemporaneamente alla pubblicazione di The Lancet è partito un trial di fase avanzata su 40 mila persone.
Secondo Kirill Dmitriev, responsabile del Russian Direct Investment Fund, sono state già reclutate almeno tremila persone e i primi risultati sono previsti per ottobre o novembre di quest’anno.
Il vaccino, sviluppato dal Gamaleya Institute di Mosca, viene somministrato in due dosi, una basata sul virus Ad5 e l’altra basata su Ad26.
La Russia prevede di produrre tra 1,5 e 2 milioni di dosi al mese entro la fine dell’anno, per arrivare gradualmente all’obiettivo di 6 milioni di dosi al mese.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)