(Reuters Health) – Le trattative tra l’Unione Europea e le big pharma impegnate nella corsa alla messa a punto dei vaccini contro il COVID sono in una fase di stallo, a causa di divergenze su prezzi e modalità di pagamento. Lo hanno rivelato alla Reuters tre funzionari della UE.
La UE ha avviato colloqui con almeno sei produttori di vaccini. Quella con Johnson & Johnson appare la trattativa in fase più avanzata, ma ci sono divergenze sui pagamenti relativi a eventuali responsabilità nel caso in cui il prodotto mostrasse effetti collaterali imprevisti.
Con Sanofi, invece, la trattativa verte sulla fornitura di 300 milioni di dosi del candidato vaccino che sta sviluppando insieme a GlaxoSmithKline. L’azienda francese vuole un pagamento anticipato per l’intero stock, mentre l’UE vuole pagare in tranche e saldare alcune rate quando il vaccino avrà superato gli studi di fase avanzata.
Più complessa la posizione di Pfizer e BioNTech: le due aziende vorrebbero che l’UE acquistasse 500 milioni di dosi solo in caso di approvazione del proprio candidato. Una mossa che potrebbe evitare all’Europa di spendere soldi inutilmente, ma che poi costringerebbe la UE a comprare le dosi di vaccino a prezzo di mercato, con il rischio concreto di andare oltre il budget, fissato con un fondo di emergenza a due miliardi di Euro.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)