(Reuters Health) – Il candidato vaccino contro il COVID di Moderna ha dimostrato di essere sicuro e di indurre una risposta immunitaria in tutti e 45 i volontari sani sottoposti allo studio di fase 2, iniziato a maggio e tuttora in corso. Il 27 luglio dovrebbe partire la fase III.
Secondo quanto riportato dal New England Journal of Medicine il 14 luglio, i volontari che hanno ricevuto due dosi di vaccino presentavano infatti alti livelli di anticorpi anti-virus addirittura superiori ai livelli medi osservati nei soggetti guariti da COVID-19.
Nessun volontario ha manifestato gravi effetti collaterali, ma più della metà ha riferito reazioni lievi o moderate: affaticamento, mal di testa, brividi, dolori muscolari o dolore nel sito di iniezione. Questi inconvenienti si sono manifestati maggiormente dopo la seconda dose di vaccino in coloro che avevano ricevuto la dose più alta.
Moderna è stata la prima pharma ad iniziare i test sull’uomo, partiti il 16 marzo, 66 giorni dopo la pubblicazione della sequenza genica del virus.
Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, i cui ricercatori hanno sviluppato il candidato vaccino di Moderna, ha definito questi risultati “una buona notizia”, rilevando che lo studio non ha riscontrato eventi avversi gravi e che il vaccino ha prodotto livelli “ragionevolmente elevati” di anticorpi anti-virus o comunque neutralizzanti. “Se il vaccino può indurre una risposta paragonabile a un’infezione naturale, vuol dire che funziona”, ha sottolineato Fauci, “Ecco perché siamo molto soddisfatti dei risultati”.
Il candidato di Moderna, mRNA-1273, usa l’acido ribonucleico (RNA), un messaggero chimico che contiene istruzioni per produrre proteine. Quando iniettato nelle persone, il prodotto è in grado di istruire le cellule a produrre proteine che imitano la superficie esterna del coronavirus. A quel punto l’organismo umano lo riconosce come un invasore estraneo e attiva una risposta immunitaria.
I risultati pubblicati martedì riguardano tre dosi di vaccino testate in gruppi di 15 volontari, di età compresa tra 18 e 55 anni, che hanno ricevuto due dosi a distanza di 28 giorni. Sono stati sperimentati tre dosaggi: 25, 100 o 250 microgrammi.
Eventi avversi non gravi si sono verificati, dopo la seconda dose, in sette dei 13 volontari che hanno ricevuto la dose da 25 microgrammi, in tutti i 15 partecipanti che hanno ricevuto la dose da 100 microgrammi e anche in tutti i 14 che hanno ricevuto la dose da 250 microgrammi. Nel gruppo con la dose più elevata, tre pazienti hanno avuto reazioni serie come febbre, brividi, mal di testa e nausea. Un partecipante ha avuto febbre a 39,6°.
A giugno Moderna ha dichiarato di aver scelto la dose da 100 microgrammi per lo studio in fase avanzata, in modo da ridurre al minimo le reazioni avverse.
La pharma USA si sta preparando a produrre circa 500 milioni di dosi da 100 microgrammi all’anno, per arrivare a 1 miliardo di dosi nel 2021.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)