Per i pazienti italiani con angioedema ereditario è ora disponibile in Italia lanadelumab, primo anticorpo monoclonale umano, con somministrazione sottocutanea due volte al mese, messo a punto da Takeda e indicato per la prevenzione degli attacchi ricorrenti.
Chi soffre di questa malattia rara va incontro a crisi improvvise caratterizzate da gonfiori che possono svilupparsi in diverse parti del corpo: attacchi che arrivano a mettere a rischio la vita dei pazienti.
Lanadelumab è una terapia che agisce in maniera preventiva, riducendo in maniera statisticamente significativa il rischio di attacchi di angioedema.
Questo anticorpo monoclonale inibisce l’attività di un enzima, la callicreina plasmatica, allo scopo di diminuire la produzione di bradichinina. Un’azione che si è dimostrata efficace: lo studio HELP ha dimostrato che, rispetto a placebo, la somministrazione di lanadelumab ha ridotto in maniera statisticamente significativa il tasso medio di attacchi di angioedema.
I pazienti in trattamento con l’anticorpo monoclonale hanno fatto registrare una riduzione media dell’87% nel numero di attacchi mensili rispetto al gruppo placebo. In più, l’estensione dello stesso studio ha rivelato come nelle ultime 16 settimane di trattamento, il 77% dei pazienti in trattamento non ha avuto attacchi, rispetto al 3% dei pazienti del gruppo placebo. Sul fronte della qualità di vita, i pazienti in trattamento con lanadelumab hanno riscontrato un miglioramento in termini di minor affaticamento, paura, vergogna rispetto al gruppo placebo.
“Siamo lieti di poter annunciare in Italia la disponibilità di lanadelumab, che contribuisce concretamente al miglioramento della qualità di vita di pazienti con angioedema ereditario” dice Rita Cataldo, Amministratore Delegato di Takeda Italia. “Con questa terapia, la nuova Takeda Italia consolida il percorso di crescita e capacità di innovazione, elementi chiave della nostra identità, rafforzati dalla recente integrazione con Shire: da una parte, infatti, l’azienda conferma l’impegno costante accanto a tutti i pazienti, anche coloro che soffrono di patologie rare, dall’altra ribadisce la focalizzazione verso l’innovazione farmaceutica, che crea valore per l’intero Paese”.
La somministrazione di lanadelumab avviene ogni due settimane con un’iniezione sottocutanea che il paziente può imparare a somministrarsi da solo. La dose iniziale di partenza è di 300 mg ogni 2 settimane: in pazienti stabilmente liberi da attacchi con il trattamento, è possibile considerare una riduzione di dose di 300 mg ogni 4 settimane, in particolare in pazienti di basso peso.