(Reuters Health) – In Italia c’è una città che non può permettersi di fermarsi. Mirandola, in provincia di Modena, già hub delle biotecnologie, è diventata il punto di riferimento per l’approvvigionamento di ventilatori, monitor, respiratori.
La cittadina, che ha ha una popolazione di sole 24.000 persone, ospita circa 100 aziende mediche high-tech tra cui Fresenius, Medtronic e Intersurgical. Le aziende lavorano senza sosta alla produzione legata al Coronavirus, come filtri e circuiti per contribuire all’erogazione di ossigeno e dispositivi medici monouso per collegare i pazienti ai ventilatori.
La produzione nell’area, gravemente danneggiata da un terremoto che ha mietuto molte vittime otto anni fa, è aumentata di oltre il 20%. Dimar, una tra le diverse aziende che producono caschi respiratori, ha fornito scorte alla Protezione Civile per gli ospedali lombardi.
L’azienda, che normalmente rifornisce i pronto soccorso di circa 125 ospedali, ha aumentato la produzione dei sui caschi che coprono il viso e consentono ai pazienti di essere trattati al di fuori delle terapie intensive.”Volevamo raddoppiare la produzione, ma non è possibile perché richiederebbe la costruzione di uno stabilimento e per questo servono più di sei mesi”, afferma il fondatore di Dimar, Maurizio Borsari.
La britannica Intersurgical ha costruito, in meno di tre giorni, un prototipo di circuito, sviluppato da un team medico italiano, che consente a due pazienti di usare lo stesso ventilatore.
Una start-up nata nel 2015, Tecnopolo, nata per fornire servizi di ricerca in ambito biotech, ora si sta concentrando sulla certificazione delle maschere di protezione prodotte da aziende della moda. “Il lavoro è aumentato moltissimo. Siamo in contatto con circa 250 aziende in tutta Italia che desiderano l’autorizzazione per le loro linee di produzione”, osserva coordinatrice di Tecnopolo, Laura Aldrovrandi.
Fonte: Reuters Health News
(Versione Italiana per Daily Health Industry)