I farmaci di automedicazione confermano le previsioni e il 2019 si è chiuso registrando un andamento delle vendite in linea con i trend di lungo periodo. Secondo le elaborazioni di Assosalute su dati IQVIA, i fatturati, pari a quasi 2,5 miliardi di euro, sono sostanzialmente stabili pur con un segno negativo (-0,2%) mentre i consumi – poco più di 266 milioni di confezioni – registrano una sensibile contrazione rispetto al 2018 (-3,3%).
La ragione del sensibile calo del numero di confezioni vendute nel 2019 è da ricercare nella minore incidenza delle sindromi influenzali e da raffreddamento della stagione influenzale 2018/2019 rispetto a quanto registrato nella stagione precedente 2017/2018.
L’andamento dei consumi conferma come i trend del mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione siano comunque strettamente collegati, sul breve periodo, alla stagionalità e quanto, più in generale, siano determinati dalla comparsa di specifici disturbi, mentre la spesa beneficia della variazione del mix di consumo verso nuovi prodotti e nuove confezioni.
Nonostante il mercato rilevi segnali di innovazione in termini di diversificazione dell’offerta e lanci di nuovi prodotti, risente però strutturalmente sia della diversa propensione alla spesa out of pocket tra il Nord e il Sud del Paese, sia della mancanza dell’allargamento dell’offerta a nuove aree terapeutiche e a principi attivi non ancora disponibili come farmaci OTC in Italia, a differenza di quanto avviene in molti altri Paesi europei.
“Anche se il 2019 ha registrato un sensibile calo delle vendite rispetto all’anno precedente, condizionata dalla minore incidenza dei malanni di stagione, il settore italiano dei farmaci senza obbligo di ricetta rende merito alle aziende del comparto che investono quotidianamente nell’innovazione dei dosaggi e delle formulazioni per migliorare costantemente il profilo di efficacia e sicurezza che caratterizza i farmaci di automedicazione” commenta Maurizio Chirieleison, Presidente di Assosalute. “I medicinali da banco sostengono la salute dei singoli e possono dare un contributo importante anche alla ridefinizione della governance farmaceutica e alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”.
“Per questo resta fondamentale un allineamento del mercato dell’automedicazione italiano a quello europeo”, continua Chirieleison, “che permetterebbe, insieme ad azioni condivise di informazione ed educazione, a una corretta gestione della crescente autonomia in tema di salute e benessere di liberare risorse pubbliche. Ciò implica la valorizzazione economica, sociale e industriale del settore e delle caratteristiche distintive dei farmaci OTC rispetto agli altri prodotti per la salute presenti sul banco del farmacista, ma che farmaci non sono”.
OTC e SOP
Guardando alle vendite delle due categorie in cui è suddivisa la classe dei farmaci senza obbligo di ricetta, quali le specialità di automedicazione o OTC e i farmaci SOP, si osservano, in linea con una bassa incidenza stagionale dell’influenza, trend similari a volumi ma migliori per gli OTC a valori: i consumi registrano una contrazione del -3,1% per gli OTC mentre per i SOP è pari al -3,7%. I fatturati presentano, invece, un andamento decisamente differente tra le due categorie: gli OTC fanno registrare un +0,2%; i SOP mostrano una sensibile contrazione del -1,5%.
Si consolidano le dinamiche competitive tra i diversi canali di vendita: la farmacia detiene una quota di mercato pari al 90,7% a volumi e al 91,9% a valori. Aumenta lievemente la quota di mercato a favore delle parafarmacie che cumulano una quota di mercato del 6,1% a volumi e del 5,8% a valori (era del 5,9% e del 5,3% rispettivamente nel 2018). Stabili le quote per i corner della GDO 3,2% e 2,3% rispettivamente a volumi e a valori.