(Reuters Health) – Le due principali aziende farmaceutiche svizzere, Roche e Novartis, si starebbero scontrando sul tema biosimilari. Anche per questo, Novartis starebbe pensando di cedere la sua partecipazione da 14 miliardi di dollari in Roche.
Le strategie rispetto al mercato dei biosimilari sono in realtà differenti. Da un lato Novartis spera di entrare nel mercato, stimato in sette miliardi di dollari, con un biosimilare di Rituxan (rituximab), di Roche, che è in attesa di approvazione in Europa.
Novartis, con la azienda di generici Sandoz, di sua proprietà, potrebbe essere molto competitiva sul prezzo. Dall’altro lato Roche punta, invece, ad innovare in oncologia con l’ingresso nel mercato di un farmaco che promette di essere migliore di Rituxan, Gazyvaro (obinutuzumab).
Cessione delle azioni?
Novartis, che ha accumulato un terzo delle azioni di Roche dopo il fallito tentativo di fusione nel 2000, potrebbe ora cederle, almeno secondo l’opinione degli analisti, man mano che la battaglia tra le aziende si fa più dura. Così Novartis avrebbe delle entrate che potrebbero rafforzarla, mentre Roche spera che, grazie alla vendita, non si abbassi il prezzo delle azioni.
Roche non ha commentato i piani di Novartis, ma confida nella possibilità di uscire con farmaci migliori prima dell’assalto dei biosimilari. Uno studio pubblicato la settimana scorsa ha evidenziato la superiorità di Gazyva rispetto a Rituxan contro il linfoma follicolare. “È un esempio del nostro impegno a sviluppare farmaci innovativi per le persone colpite da malattie complesse”, ha dichiarato il responsabile del settore farmaceutico di Roche, Dan O’Day.
Questo per rispondere all’AD di Novartis, Joe Jimenez, che la settimana scorsa aveva dichiarato che il biosimilare in uscita di Novartis sarà probabilmente venduto con il 75% di sconto, un ribasso maggiore rispetto a quanto previsto inizialmente dall’azienda svizzera. Per recuperare ciò che andrebbe a perdere sul prezzo, Novartis punterebbe ai maggiori volumi di vendita.
Per Novartis obiettivo oncologia
Novartis avrebbe molti motivi per vendere le azioni di Roche. Prima di tutto l’azienda svizzera sta costruendo la divisione dedicata all’oncologia, dopo aver acquisito l’attività in questo settore di GlaxoSmithKline nel 2015. Inoltre, i margini di profitto sui farmaci antitumorali di Roche, il più grande produttore al mondo di terapie oncologiche, potrebbero ridursi se la strategia sui biosimilari di Novartis risultasse vincente. Secondo Leerink, analista di Seamus Fernandez, “la decisione di cedere la partecipazione di Roche da parte di Novartis sarebbe in parte motivata dalle dinamiche legate ai biosimilari”.
Ma le tensioni tra le due aziende svizzere potrebbero anche sfociare in ricorsi legali dal momento che gli avvocati di Roche potrebbero cercare di arrestare l’ingresso del biosimilare di rituximab, di Novartis, in tribunale. Una minaccia, quella legale, che è reale, visto che Zarxio (filgastrim di Sandoz), il biosimilare del bluckcuster di Amgen che previene le infezione nei malati di cancro, è entrato nel mercato americano solo dopo aver vinto una battaglia legale. E secondo Jimenez queste strategie legali per ritardare l’ingresso nel mercato dei biosimilari stanno sostituendo le approvazioni da parte degli enti regolatori e del governo, ostacolando di fatto la diffusione di questi farmaci.
Fonte: Reuters Health
(Versione italiana Daily Health Industry)