Meno visite degli informatori e più informazioni dal web: così sta cambiando l’interazione tra aziende farmaceutiche e medico, con l’informatore sempre più calato nel ruolo di consulente e sempre più distante da quello del venditore.
La fotografia arriva dagli USA ed è stata scattata dall’edizione 2019 dell’ePharma Physician Report, condotto dalla società DRG.
Nel report di quest’anno emerge come poco più di un medico su due – il 54% degli intervistati – affermi di vedere di persona rappresentanti farmaceutici.
Un dato in evidente calo rispetto al 67% del 2018. Non solo: quasi un medico su due dichiara di non avere mai una domanda per un informatore che non riesca a trovare online e la percentuale di medici che non ha avuto alcuna interazione con gli informatori del farmaco è passata dal 24% dello scorso anno al 39% di quest’anno.
“Ci saremmo aspettati un maggiore confronto a livello digitale con gli informatori”, commenta l’analista di DRG Dale Kappus.
Ma dall’indagine arrivano anche buone notizie per le pharma. Il fatto che i medici si rivolgano sempre di più al web ha infatti aumentato la credibilità dei siti delle aziende. I camici bianchi sono convinti, infatti, che le pharma stiano facendo un buon lavoro nel fornire materiale didattico non promozionale online.
DRG suggerisce alle aziende tre strade per seguire l’onda di questa trasformazione. Il primo consiglio è quello di aumentare la divulgazione via e-mail; una seconda strategia, più impegnativa e costosa, è implementare programmi da remoto per i medici. Infine – ed è l’opzione più difficile – è auspicabile la creazione di chatbot, applicazioni di messaggistica istantanea attraverso le quali i medici posaono avere risposte a determinate domande di carattere clinico.