Posizioni divergenti tra Aifa e Confindustria in merito alla posizione dell’Antitrust sul Piano Vaccini nazionale. L’autorità di garanzia del mercato ha fatto inoltre riferimento a ”politiche di prezzo opache”, sottolineando che ”quasi tutti i vaccini rientrano tra i farmaci di fascia C con prezzo al pubblico liberamente determinato dalle imprese. La normativa vigente vincola poi le offerte di prezzo a sconti obbligati al Servizio sanitario nazionale, ma il sistema è poco trasparente e scarsamente efficiente, ed i prezzi si allineano comunque a quelli di altri Paesi”. Da qui la richiesta che per i vaccini compresi nei LEA e nel Piano vaccinale si preveda un prezzo di riferimento valido in tutto il Paese.
”Condivido le posizioni dell’Antitrust sul settore dei vaccini – ha detto il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani – Concordo che serva una maggiore concorrenza e abbiamo anche bisogno di più siti produttivi per vaccini in Italia”. Pani si è detto favorevole anche all’opportunità evidenziata dall’Antitrust di superare la distinzione in Italia tra vaccinazioni obbligatorie e raccomandate: ”Si tratta di una distinzione obsoleta e fuorviante”, ha affermato Pani, sottolineando di condividere anche le raccomandazioni sulla maggiore trasparenza dei prezzi.
“Il settore dei vaccini in Italia è caratterizzato dalla trasparenza ed è molto regolamentato – ha replicato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi – I risultati delle procedure di acquisto sono pubblici ed accessibili. In Italia è il ministero della Salute, in linea con le raccomandazioni dell’Oms, a fissare i livelli di copertura da garantire determinando il fabbisogno vaccinale. Quindi il ministero, con le Regioni, individua le necessità ed il 90% dei vaccini viene acquistato ed erogato attraverso procedure di acquisizione ad evidenza pubblica, ovvero gare. Si tratta quindi, di un settore caratterizzato da grande trasparenza”.