(Reuters Health) – La combo composta dall’anticorpo monoclonale bevacizumab (Avastin) e dall’immunoterapia anti PD-L1 atezolizumab (Tecentriq), entrambi prodotti da Roche, potrebbe essere più efficace di sunitinib in alcuni pazienti con carcinoma a cellule renali (RCC) avanzato, mai trattati prima.
È quanto emerge da una sperimentazione di fase III pubblicata da Lancet. La ricerca è stata coordinata da Brian Rini, della Cleveland Clinic.
I ricercatori hanno preso in considerazione 915 pazienti trattati con i due regimi: la combo e sutinib da solo. Del totale, il 40% aveva una malattia positiva a PD-L1 e su questa particolare sotto-popolazione di pazienti, a 15 mesi in media di follow-up, la sopravvivenza libera da malattia è stata di 11,2 mesi nel gruppo trattato con la combo e di 7,7 mesi nei pazienti in terapia con sunitinib.
A 24 mesi, invece, il beneficio non è stato statisticamente significativo “e un follow-up a lungo termine è necessario per stabilire se emergerà un beneficio in termini di sopravvivenza”, hanno sottolineato gli autori.
Per quel che riguarda gli effetti avversi, il 40% dei pazienti trattati con la combo, contro il 54% di quelli in terapia con sunitinib, ha avuto eventi correlati al trattamento di grado 3 o 4.
Questi effetti hanno determinato la sospensione del trattamento nel 5% dei casi, per il gruppo in terapia con l’associazione, e nell’8%, per il gruppo trattamento con sunitinib.
Fonte: Lancet
(Versione italiana per Daily Health Industry)