(Reuters Health) – Breo (fluticasone furoato e vilanterolo), il nuovo farmaco inalatorio di GlaxoSmithKline per la bronconeumopatia cronica ostruttiva(BPCO), si è dimostrato significativamente migliore rispetto agli standard di cura in un grande studio britannico che ne ha testato l’uso quotidiano. I risultati forniscono un nuovo impulso per il prodotto, dopo il fallimento di un altro grande trial nel 2015.
GSK ha annunciato che lo studio britannico, che ha testato Breo in regime di terapia quotidiana nella città di Salford, ha fatto registrare i risultati migliori nel ridurre gli attacchi caratterizzati da gravi difficoltà respiratorie.
Lo studio, condotto su 2.800 pazienti, ha inoltre evidenziato una riduzione statisticamente significativa dell’8,4% del tasso di esacerbazioni moderate o gravi rispetto alle cure tradizionali.
Tuttavia Richard Parkes, analista di Deutsche Bank, sostiene che il beneficio è stato “modesto e di valore incerto, date le complessità della progettazione del trial”.
80 milioni di sterline investite in due studi
GSK si affida a Breo, che è stato approvato nel 2013, per cercare di difendere il suo business dei farmaci respiratori, poiché il suo più vecchio farmaco di successo Advair (fluticasone propionato e salmeterolo) deve fronteggiare la concorrenza dei generici. L’azienda statunitense Innoviva è partner di GSK per Breo.
Dal momento che lo studio è stato condotto nel Servizio sanitario nazionale britannico, non è chiara la sua rilevanza internazionale. “La più grande incognita è come gli Stati Uniti guarderanno a un lavoro come questo, che è stato intrapreso all’interno dell’ambito sanitario del Regno Unito – spiega Patrick Vallance, presidente della Ricerca e Sviluppo dei prodotti farmaceutici GSK – Credo che ci sarà interesse per gli Stati Uniti, ma non posso prevedere come sarà considerato dai medici americani e dai sistemi sanitari.”
Un secondo studio sul polmone, simile a questo, è stato condotto nei pazienti asmatici di Salford e i risultati sono attesi per il 2017. GSK ha speso 80 milioni di sterline (117 milioni di dollari) nei due studi nel “mondo reale”, includendo il costo della formazione di oltre 2.000 professionisti sanitari a Salford e nella zona sud di Manchester.
Il farmaco della società, che viene inalato attraverso un dispositivo palmare chiamato Ellipta, è costituito da un corticosteroide per ridurre l’infiammazione e da un beta-agonista a lunga durata d’azione per aprire le vie aeree. A differenza di alcune vecchie molecole, deve essere preso una sola volta al giorno e i pazienti non hanno bisogno di più inalatori.
Fonte: Reuters Health
(Versione italiana per Daily Health Industry)