La Cina ridurrà di oltre l’80% l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto per alcune terapie contro le malattie rare.
Si tratta di una mossa per introdurre più rapidamente sul mercato nuovi trattamenti.
Inoltre i produttori multinazionali di farmaci hanno maggiori probabilità di raccogliere profitti.
A partire dal prossimo 1° marzo, l’aliquota di imposta sul valore aggiunto per 21 farmaci e quattro principi attivi contro le malattie rare scenderà al 3% dal 16% precedente.
Lo ha deciso il Consiglio di Stato cinese dopo una riunione presieduta dal premier Li Keqiang.
Lo scorso anno il paese asiatico ha fatto una cosa analoga per l’IVA sui farmaci antitumorali.
L’elenco dei 21 farmaci orfani deve ancora essere reso pubblico, ma la maggior parte delle terapie per malattie orfane in Cina, per quanto poche, sono prodotte da case farmaceutiche straniere.
Tagliare queste tasse è l’ultima offerta del governo cinese per accelerare i lanci di nuovi farmaci innovativi e incentivare il loro sviluppo.
La mossa nel settore dei farmaci orfani riflette il rinnovato interesse della Cina di garantire opzioni di trattamento a circa 20 milioni di pazienti affetti da malattie rare.
Le autorità cinesi hanno già pubblicato lo scorso anno il primo catalogo di malattie orfane. Sono 121 le patologie elencate e solo circa 20 hanno a disposizione trattamenti approvati.
Tra questi figura Myozyme, prodotto da Sanofi e impiegato contro la malattia di Pompe. Ha raggiunto il mercato cinese nel 2017, 10 anni dopo la sua prima approvazione negli Stati Uniti.
Nel 2017, l’allora FDA cinese (ora National Medical Product Administration) ha aggiornato le politiche che indicano le malattie rare quale punto di riferimento per il percorso di revisione prioritaria dell’agenzia.
Per quanto riguarda i farmaci orfani già approvati all’estero, l’agenzia potrebbe invece offrire un’approvazione condizionale in attesa di ulteriori dati di prova.
Nel frattempo, i nuovi farmaci contro le malattie rare si stanno diffondendo in Cina a una velocità senza precedenti grazie alle politiche favorevoli di revisione.
Hemilibra di Roche ad esempio, farmaco contro l’emofilia, è stato approvato a novembre solo un anno dopo che la FDA degli Stati Uniti ha concesso il via libera.