Dopo l’accordo da 5,1 miliardi di dollari per acquisire Tesaro – operazione che si è conclusa martedì scorso – gli investitori di GSK avevano espresso dei dubbi sull’operazione, non tanto per il fatto che fosse stata condotta nel farmaceutico, quanto per l’azienda scelta, almeno secondo quanto era trapelato dalla J. P. Morgan Healthcare Conference.
Ora gli investitori sembrano aver cambiato idea ed essere più convinti dell’accordo.
Tesaro, azienda specializzata in inibitori PARP, aveva riportato dati non entusiasmanti su una sperimentazione di fase I sulla combinazione con immunoncologici.
Dati che avevano portato a un crollo delle azioni a novembre scorso. E gli investitori si chiedevano cosa se ne sarebbe fatta GSK di un’azienda che non aveva una grande storia e per di più aveva dei problemi, uno dei quali il concorrente Lynparza, di AstraZeneca e MSD.
Da allora, però, gli investitori dell’azienda inglese sembrano averci ripensato, anche perché GSK è stata in grado di dimostrate che l’acquisto “è una scommessa sul mercato PARP e l’opportunità sarebbe molto più grande di quante persone pensano attualmente”, come riferito sempre alla JP Morgan Healthcare Conference.
Lo schema terapeutico nel carcinoma ovarico, infatti, non è ancora definito e Zejula, di Tesaro, potrebbe fare meglio del previsto.
L’altro motivo per cui gli investitori hanno inizialmente esitato era puramente economico, temendo cambiamenti a livello dei dividendi.
Paure che sono state poi mitigate dall’accordo con Pfizer sul consumer healthcare, che è arrivato un paio di settimane dopo l’annuncio dell’acquisizione di Tesaro.