(Reuters Health) – Negli USA le spese annuali per il marketing farmaceutico sono passate dai 17,7 miliardi di dollari nel 1997 ai 29,9 miliardi di dollari nel 2016.
Un balzo dovuto soprattutto alla pubblicità diretta ai consumatori per i farmaci da prescrizione.
A rilevarlo è stata una ricerca pubblicata su JAMA. Secondo il giornale dei medici americani le spese per gli spot sono salite da 2,1 miliardi di dollari a 9,6 miliardi.
La ricerca è stata coordinata da Steven Woloshin, del Dartmouth Insitute for Health Policy and Clinical Practice di Lebanon, nel New Hampshire.
Le evidenze
Il marketing farmaceutico rivolto ai professionisti, comunque, rimane quello più rappresentato ed è salito da 15,6 a 20,3 miliardi di dollari, nonostante le nuove politiche negli ospedali e nelle scuole concepite per limitare l’influenza dell’industria sulle prescrizioni.
Woloshin e colleghi, in particolare, si sono concentrati su commercializzazione di farmaci da prescrizione, campagne di sensibilizzazione sulle malattie, servizi sanitari e test di laboratorio verso consumatori e professionisti.
Nella ricerca, però, manca il dato sulla spesa totale, dal momento che non ci sono dettagli su sconti o promozioni online, spese per meeting di medici o altri eventi.
Inoltre, non sono stati presi in considerazione altri costi, come gli stipendi degli informatori, le ricerche di mercato, le tasse pagate alle agenzie pubblicitarie.
In ogni caso, si tratta dell’analisi più completa del marketing farmaceutico negli USA.
La spesa sanitaria negli USA è la più alta al mondo; 3,3 trilioni di dollari nel 2016, il 17,8% del PIL. Le spese di marketing del settore riportare dallo studio corrispondono al budget di circa 30 miliardi del National Institutes of Health e superano di circa cinque miliardi di dollari il budget della FDA.
Fonte: JAMA
(Versione italiana per Daily Health Industry)