Si chiude con ulteriori 70 milioni di dollari raccolti la seconda fase di finanziamenti di Akero Therapeutics.
La società americana, che solo sei mesi fa aveva già raccolto 65 milioni di dollari, con questo capitale punta a portare in seconda fase di sperimentazione il suo prodotto AKR-001, messo a punto contro la NASH e preso in licenza da Amgen.
Il candidato è un analogo del fattore di crescita dei fibroblasti 21 (FGF21), coinvolti nella regolazione del metabolismo e del signaling dell’organismo. Questo fattore di crescita “proteggere dallo stress cellulare e ripristina l’equilibrio metabolico”, dichiara l’azienda.
Ma FGF21 naturale ha una breve emivita, di circa mezz’ora, e richiederebbe un dosaggio frequente. Il composto di Akero ha i benefici del FGF21 nativo, ma con un’emivita di tre/quattro giorni, che richiede una sola assunzione a settimana, come ha sottolineato Tim Rolph, CSO di Akero. E ciò che differenzia, poi, questo prodotto da altri trattamenti in fase di sviluppo è che mira ai sintomi a valle della malattia, affrontando anche la causa della patologia.
In una nota, Akero ha dichiarato che, “agendo in modo specifico sui recettori FGFR1c, 2c e 3c, AKR-001 dovrebbe ridurre il grasso epatico, lo stress cellulare, l’infiammazione e la fibrosi nei pazienti con NASH e migliorare i fattori di rischio di malattie cardiovascolari, riducendo trigliceridi e colesterolo non-HDL”.
L’azienda prevede di iniziare gli studi di fase II sul farmaco a metà 2019.