“Il nostro Gruppo vuole essere protagonista della trasformazione che sta conoscendo l’innovazione medico/scientifica, dalla digital health alla terapia cellulare e genica. Nel nostro Paese ciò potrà tradursi in altri 200 milioni di investimenti in R&S nei prossimi tre anni. Questo impegno per i pazienti e per la società ha però bisogno di approcci nuovi: un forte sviluppo delle partnership pubblico/private e soprattutto un concreto sostegno all’innovazione, a partire dalla revisione della governance del Settore, che non appare più adeguata a rispondere alle nuove esigenze”. Ad annunciarlo è Pasquale Frega, Country President di Novartis in Italia nel corso della presentazione studio “Il valore (e i valori) di Novartis per il sistema – Paese”, realizzato da The European House – Ambrosetti.
L’analisi ha voluto indagare “in che modo e in che misura un’azienda come Novartis contribuisce a creare valore per l’Italia e qual è il suo impatto in termini economici, sociali, umani e ambientali”.
Dallo studio emerge “la capacità dell’azienda di trasferire valore all’intero sistema: il forte impegno nell’innovazione e nella produzione farmaceutica mette infatti in movimento un volano in grado di generare effetti positivi sull’occupazione, sulla filiera e di fatto su tutta la società italiana, a partire dal settore della salute. Con un contributo complessivo al PIL nazionale di 1,1 miliardi di euro, l’attivazione di una filiera italiana di 2.300 imprese, 4,6 posti di lavoro aggiuntivi per ognuno degli oltre 2.400 dipendenti diretti, investimenti per oltre 390 milioni di euro negli ultimi 5 anni, una produzione fortemente orientata all’export, Novartis gioca un ruolo chiave nello sviluppo economico del Paese, apportando benefici per le finanze pubbliche pari a circa 450 milioni di euro. Altrettanto importante, secondo quanto si ricava dallo studio, è il valore creato in termini di crescita sociale, nel tutelare la salute dei cittadini e nel promuovere l’innovazione”.
“Gli investimenti in Ricerca & Sviluppo effettuati da Novartis in Italia – rileva lo studio – sono tra i più alti nel settore e finanziano un numero consistente di studi clinici relativi alle aree terapeutiche in cui l’azienda è impegnata. In programma nuovi investimenti per 200 milioni di euro nel prossimo triennio in Italia. Questo approccio, incentrato sulla creazione di valore, in un’ottica di sostenibilità a medio e lungo termine che favorisce la crescita collettiva, va sostenuto da strategie e politiche di sviluppo a livello di Paese, attraverso il coinvolgimento degli attori chiave del sistema”.
“Emerge sempre più la consapevolezza della necessità di un cambio di paradigma nel modello di sviluppo per un’Italia più sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale” afferma Enrico Giovannini, Professore Ordinario di Statistica Economica dell’Università di Roma Tor Vergata e Portavoce dell’Alleanza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS. “Occorre ora lavorare per introdurre nuovi modelli di governance orientati alla sostenibilità, unica via per garantire crescita e benessere nel lungo periodo a tutti gli attori del sistema.”
“L’industria farmaceutica italiana – ricorda l’analisi – , che nel 2018 ha superato i 31 miliardi di euro per valore della produzione diventando campione europeo, dimostra di essere trainante rispetto ad altri comparti del Paese: confermandosi tra i più internazionalizzati, con un’elevata propensione alle esportazioni e tra i maggiori contributori di PIL tra i settori hi-tech. Una capacità innata di stimolare innovazione, produttività e attrarre investimenti esteri come dimostrato dal caso Novartis”.
“Sappiamo che esiste una relazione positiva diretta tra investimenti in R&S e crescita del PIL del Paese. Diventa ancora più importante quindi parlare di innovazione a livello di Sistema Paese” sottolinea Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti. “Il settore farmaceutico, all’interno del sistema salute, è uno dei settori a più alta intensità di R&S, ad alto valore aggiunto e fornisce un grande contributo alla crescita economica e sviluppo del nostro Paese. L’applicazione del nostro modello dei 4 Capitali al caso Novartis evidenzia i valori generati nell’ambito del capitale economico, sociale, umano e ambientale”. Come dimostra lo studio presentato oggi a Roma, gli indicatori che esprimono il valore creato da Novartis sono spesso sopra la media dello stesso settore farmaceutico e, in misura consistente, sopra quella complessiva dell’industria italiana. Queste evidenze derivano dall’applicazione del modello dei 4 Capitali elaborato da The European House – Ambrosetti da cui emerge il significativo impatto di Novartis sul territorio italiano in termini di capitale economico, sociale, umano e ambientale.
I numeri dell’azienda
Novartis Italia ha “realizzato nel 2017 un fatturato pari a 1,64 miliardi di euro, apportando un valore aggiunto di circa 360 milioni: una ricchezza che si trasferisce tanto nell’attivazione di una filiera tutta italiana, che coinvolge 2.300 diversi fornitori nazionali per un valore totale di 267 milioni di euro, quanto nelle finanze pubbliche italiane. Sommando infatti le imposte, il pay-back, la cosiddetta cost avoidance, derivata dall’ampio numero di studi clinici, e la riduzione di spesa ottenuta grazie a farmaci generici e biosimilari, nel 2017 il Servizio Sanitario Nazionale ha ricavato dalle attività Novartis benefici di circa 447 milioni di euro”.
“Complessivamente – continua lo studio – il valore aggiunto totale che il Gruppo porta al sistema Paese (includendo quindi effetti diretti e indiretti e l’impatto estero e domestico) è pari a 3,1 euro di PIL generato per ogni euro prodotto direttamente dall’azienda, per un totale di 1,1 miliardi di euro. Rilevante, in termini economici, il contributo offerto dalle attività produttive, concentrate nei due siti industriali di Rovereto (Trento) e Torre Annunziata (Napoli) e orientate in misura pressoché totale all’export. Nel 2017 le esportazioni hanno raggiunto il valore di 154 milioni di euro. A Torre Annunziata viene prodotto l’innovativo farmaco per lo scompenso cardiaco sintomatico cronico. Salute e miglioramento della qualità della vita è l’impegno di Novartis attraverso lo sviluppo di innovative terapie: nel 2017 l’azienda ha ottenuto in Europa 14 tra nuove registrazioni e indicazioni di farmaci confermandosi tra le prime aziende nello sviluppo di farmaci innovativi. In Italia, degli oltre 390 milioni investiti negli ultimi 5 anni, il 79% è stato dedicato alla R&S. Gli investimenti in R&S per occupato sono del 13% più alti rispetto alla media del settore farmaceutico”.
“Considerando un paniere di 25 farmaci oggetto di un’analisi sperimentale – si legge – si calcola che tali farmaci generino un impatto sociale totale stimato in circa 1,5 miliardi di euro. Rispetto al trattamento di numerose patologie, Novartis e i suoi farmaci possono essere considerati un game changer a livello globale. Sono numerosi infatti i casi in cui prodotti fortemente innovativi di Novartis hanno radicalmente cambiato la cura e l’esito di alcune importanti malattie: dalla prima terapia oncologica di precisione sviluppata nel 2001 al primo anticorpo monoclonale contro l’asma allergico non controllato nel 2005, al primo trattamento orale per la sclerosi multipla recidivante-remittente del 2010”.
“Nel 2015 – ricorda lo studio – Novartis ha anche introdotto la prima terapia di combinazione per i pazienti con una forma aggressiva di melanoma, il primo trattamento biologico in dermatologia mirato all’IL 17-A, fattore chiave nella psoriasi, che l’anno successivo ha ricevuto l’indicazione anche nelle spondiloartriti”.
“Quest’anno – si evidenzia – , altra svolta nei trattamenti oncologici con la prima terapia cellulare contro il cancro. A livello di capitale umano dei 2.418 occupati, il 97,6% dei dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato, il 32,4% si trova al Sud e il 43% sono donne: livelli di assoluta eccellenza che hanno consentito a Novartis di rientrare per tre anni consecutivi tra i Top Employers italiani. Novartis presta una continua attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza dei processi di produzione”.
“Nel 2017 – conclude l’analisi – l’azienda ha ridotto l’indice di consumo idrico su ricavi del 26,1%, un volume equivalente a quello necessario per il fabbisogno giornaliero di 11,3 milioni di persone; diminuito l’indice di consumo energetico su ricavi del 5,7% pari al consumo annuo di energia elettrica per uso domestico di 11 mila persone; e prodotto quasi 1.000 tonnellate di rifiuti in meno. L’analisi dell’impatto delle attività Novartis sull’economia e la società italiana mette in evidenza un trend positivo che porta a prevedere un’ulteriore crescita del valore generato nel prossimo futuro. Gli investimenti e i piani di rafforzamento già programmati in ambito produttivo e nella ricerca, insieme agli sviluppi attesi dagli investimenti in innovazione, le recenti acquisizioni e partnership decise dal Gruppo a livello internazionale confermano l’obiettivo dell’azienda di reimmaginare la medicina con un’ottica di sostegno e contributo di valore al Sistema Paese”.