Reuters Health) – Diagnosi “intelligente” dei tumori, kit per il diabete e sistemi di intelligenza artificiale per migliorare i prelievi in ambulanza. AstraZeneca punta alla messa a punto di nuove tecnologie per passare dall’essere un semplice fornitore di farmaci a un più ampio fornitore di servizi sanitari in Cina. L’azienda inglese punta a espandersi nel mercato asiatico attraverso una modalità che ben si integra con le necessità di Pechino di puntare a sistemi sanitari basati su internet e sulle nuove tecnologie per cercare di risolvere i problemi di carenza di medici, sovraffollamento e scarsa assistenza sanitaria di base. AstraZeneca è già cresciuta molto in Cina, raddoppiando le sue vendite dal 2012 e attualmente genera il 18% delle entrate nel paese asiatico, una percentuale molto più alta rispetto alle pharma concorrenti.
Eppure Pascal Soriot, CEO dell’azienda inglese, vuole fare di più, anche perché è convinto di avere una pipeline adeguata a conquistare il mercato cinese. E anche se la crescita annuale in Cina, secondo le previsioni, dovrebbe rallentare fino quasi al 15% rispetto al 33% del 2018, AstraZeneca si è mossa rapidamente per sfruttare il nuovo desiderio del Paese asiatico di disporre presto dei farmaci innovativi occidentali. Così ha ottenuto, in tempi record, l’ok per Tagrisso, contro il tumore del polmone, sviluppato per trattare i pazienti con una mutazione genetica particolarmente comune in Cina. E spera ora di avere l’ok dall’ente regolatorio cinese, prima degli USA, per un nuovo farmaco contro l’anemia, roxadustat, in fase di sviluppo con FibroGen.
Con 1,4 miliardi di persone, circa il 18% della popolazione mondiale, la Cina ha il più elevato numero di casi di cancro e diabete, alimentati dalla diffusione di fast food, fumo e inquinamento. E per soddisfare i bisogni insoddisfatti in questi settori, AstraZeneca sta rafforzando la sua forza vendite in Cina, che conta circa 7.500 addetti.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)