La Cina, in questi stessi anni, ha fatto molto affidamento sui farmaci generici, lasciando di fatto poco spazio all’innovazione, affidata solo a una manciata di multinazionali occidentali. Ma ora questo mercato sta conquistando molte start up cinesi, perché garantisce maggiori possibilità di guadagni e grandi spazi di manovra imprenditoriale. Nel 2017 l’industria biofarmaceutica del Paese asiatico ha ricevuto 11,7 miliardi di dollari in investimenti. Queste grosse iniezioni finanziarie sono ossigeno per le attività di ricerca oe ffrono anche la possibilità di retribuzioni più attraenti per dirigenti. Secondo Simon Lance, amministratore delegato di Greater China per la società di recruiting Hays, le startup cinesi quest’anno hanno offerto il 20% in più di salari base rispetto alle pharma multinazionali. William Liang, direttore delle vendite del settore oncologia di AstraZeneca in Cina con precedente esperienza manageriale presso Bristol-Myers Squibb e Roche, è diventato il chief commercial officer di Zai Lab , che si prepara al suo primo lancio commerciale. Zhi Hong, un veterano di GlaxoSmithKline ha avviato Brii Biosciences in Cina con 260 milioni di dollari di capitale e un accordo di licenza con Vir Biotechnologies.
Shoubai Chao, Ph.D., una volta SVP di BioVentures di AstraZeneca con compiti di creazione di partnership con le principali aziende biotecnologiche in Cina e in altri paesi asiatici, è approdato a CanSino Biologics, specializzata in vaccini, come direttore operativo.
Xiaobin Wu, che ha ricoperto il ruolo di GM di Pfizer China dal 2009 e ne ha accresciuto il business al punto di diventare la più grande tra le pharma mondiali, è diventato a maggio presidente di BeiGene e China GM. E questi sono solo alcuni esempi.
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